Coronavirus: “Positivo da 45 giorni, asintomatico da 20: bastano davvero due settimane di quarantena?”
Fausto Russo, 38 anni, ci ha contattato dopo aver visto la testimonianza del nostro Alessandro Politi, che era risultato ancora contagiato dopo oltre 30 giorni. Fausto, positivo e asintomatico dopo le due settimane della quarantena previste, insiste con i dubbi sulle regole anti contagio, anche perché lui se l’è vista davvero brutta: “Un altro giorno in casa e sarei morto”
“Sono positivo al coronavirus da 45 giorni e asintomatico da 20: dopo aver saputo della storia del vostro Alessandro Politi volevo raccontare la mia. Magari può essere utile per capire che forse le due settimane di quarantena non bastano per avere la certezza di essere guariti dal coronavirus”.
Fausto Russo, 38 anni osteopata e preparatore atletico di Minturno (Latina) ci ha contattato dopo la testimonianza della Iena Alessandro Politi, che era risultato ancora contagiato e infettivo dopo oltre 30 giorni. Ci ha raccontato la sua storia come contributo per tutti. Una storia che all’inizio gli ha fatto sfiorare la morte: “Non l’avrei mai detto: ho 38 anni, sono uno sportivo, non ho altre malattie, eppure me la sono vista davvero brutta”.
Quando hai avuto i primi sintomi?
“Era il 5 marzo, sono stato il primo paziente della provincia di Latina e uno dei primi del Lazio. Lavoravo nel mio centro fitness e ho iniziato a sentirmi come l’influenza. Non pensavo al coronavirus, da noi di fatto non era ancora arrivato. Tornato a casa avevo la febbre alta”.
Poi cosa è successo?
“Ho contattato subito il mio medico di base. La febbre non scendeva, aumentavano la tosse e soprattutto i problemi a respirare. L’8 marzo il dottore mi ha detto di chiamare il 118. Sono venuti a prendermi con l’ambulanza a sirene spiegate e mi hanno ricoverato: ero positivo al Covid-19 con una polmonite interstiziale bilaterale. Prima di uscire di casa, per non spaventare i miei bambini di 3 e 5 anni che piangevano mentre mi portavano via tutti bardati, mi sono inventato che andavo a fare delle foto perché mi stavano trasformando nel Mister Incredibile dei cartoni animati. Mi hanno detto poi i medici che se fossi rimasto in casa un’altra notte sarei morto”.
Ti hanno intubato?
“No, all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per sei giorni mi hanno messo un casco pressurizzato per aiutarmi a respirare ma sono rimasto cosciente. Mi hanno chiesto anche se potevano usare il farmaco contro l’artrite reumatoide sperimentato al Pascale di Napoli e devo dire che dopo 48 ore ha avuto ottimi effetti. Il coronavirus l’ho preso penso lavorando in palestra, di sicuro non ero stato al Nord e nemmeno in Cina!”.
Da quando stai meglio?
“Dal 28 marzo non ho più sintomi. I dottori dicevano che potevo andare a casa ma non volevo rischiare di contagiare mia moglie e i miei bambini. Ora mi trovo in un hotel dove hanno messo tutti gli asintomatici. Risulto sempre positivo da venti giorni, più delle due settimane della quarantena, ne sono passati addirittura 45 dal manifestarsi del Covid. Per questo vi ho contattato. Siamo sicuri che basti una quarantena di due settimane per non essere più positivi e contagiosi? Non rischiamo diffondere ulteriormente il virus così, soprattutto da chi è rimasto a casa e non ha fatto né il primo tampone né gli ultimi? Quante persone sono uscite di casa ancora contagiose senza saperlo perché non li hanno fatti? Io intanto aspetto che diventino negativi i miei per tornare in famiglia, con addosso la tuta da Mister Incredibile ovviamente!”.