Coronavirus, ecco cosa dobbiamo fare per evitare la terza ondata
La seconda ondata ha colpito violentemente l’Europa, causando decine di migliaia di morti e costringendo tutti i Paesi a imporre nuove restrizioni. La corsa al vaccino sembra vicina a terminare, ma prima che tutta la popolazione sia vaccinata ci vorranno mesi. Ecco perché rischiamo una terza ondata, e cosa possiamo fare per evitarlo
“Senza un mantenimento, la terza ondata è scontata”. L’allarme, l’ultimo di una lunga serie, è arrivato dal professor Massimo Galli, direttore delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Un parere condiviso da vari colleghi, come Fabrizio Pregliasco, e da politici come l’assessore alla Sanità del Lazio D’Amato e il governatore del Veneto: "Ci sarà una terza ondata? Probabile. Una quarta? Probabile. Credo che andremo avanti così per un po' fino a quando non saremo tutti vaccinati”, ha dichiarato Luca Zaia.
La corsa al vaccino intanto continua spedita, con le prime dosi probabilmente in arrivo a metà gennaio. Ma prima che l’intera popolazione possa essere vaccinata, ci vorranno mesi. Forse non sarà possibile somministrarlo a tutti entro la fine del 2021. E dunque, in attesa di poter tornare a vivere una vita normale, è fondamentale lavorare per evitare il ripetersi di quanto accaduto questo autunno.
La scorsa primavera, dopo due mesi di lockdown duro, il 4 maggio la vita è ricominciata velocemente ed entro la fine del mese il paese è tornato a una parvenza di normalità. Quel giorno i nuovi casi registrati di coronavirus erano 1.221, i morti 195, e la pandemia era in netta contrazione. Entro un mese l’emergenza sembrava finita, ma gli esperti avvertivano del rischio concreto di una seconda ondata appena il caldo estivo fosse passato.
Allarmi rimasti, purtroppo, in buona misura inascoltati: la necessità di riaprire le attività economiche, la voglia di riassaporare la libertà dopo mesi di lockdown e una forse insufficiente preparazione del sistema pubblico ci hanno portato a pochi mesi di distanza a contare più di 30mila contagi al giorno. E non solo, perché molte regioni sono piombate in “zona rossa” e i morti si contano di nuovo a centinaia al giorno, come a marzo e aprile.
A settembre, mentre la seconda ondata iniziava ad affacciarsi in alcuni paesi europei ma non in Italia, ci siamo anche recati alle urne per le elezioni locali e il referendum del 21 e 22 settembre. “Una follia”, aveva detto a Gaetano Pecoraro il professor Galli. Oggi sappiamo - dati dello statistico Livio Fenga dell’Istat - che quel voto ci è costato 88mila casi in più.
Quindi cosa fare per evitare che si ripeta quanto stiamo vivendo in queste settimane? Intanto è fondamentale non pensare alle feste di Natale e Capodanno come una sorta di ‘liberi tutti’: “Il rischio è che la politica sia tentata di sdrammatizzare la situazione come successo in estate, per rilanciare l'economia”, ha detto il professor Pregliasco. “Questo non deve assolutamente succedere”, per evitare che la curva epidemica riportata faticosamente sotto controllo con le ultime restrizioni torni a impennarsi. Insomma, scordiamoci cenoni e feste di Capodanno come se nulla fosse cambiato nell’ultimo anno.
E poi “non abbiamo ancora potenziato il nostro sistema di prevenzione, sorveglianza e contact tracing”, ha detto il professor Crisanti intervistato da Giulia Innocenzi per Science for peace and health. “Serve un’aumentata capacità di fare tamponi, affiancata da un sistema informatico in grado di collegarsi a Immuni per conoscere la dinamica di trasmissione e poi c’è bisogno di un sistema logistico che renda accessibili queste misure nelle zone dove saranno necessarie. Se non si faranno queste tre cose, a febbraio/marzo si riparte”.
Il sistema di tracciamento è saltato ormai da settimane, quando l’esplosione dei casi ci ha colpiti e il sistema messo in piedi nei mesi precedenti non ha retto. Oggi non siamo più in grado di tracciare efficacemente i contatti dei positivi e l’insorgenza di nuovi cluster: per evitare una violenta terza ondata sarà fondamentale farlo. In attesa di un vaccino che ci faccia davvero riassaporare la libertà.