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“Vaccini e tamponi per controllare le menti”. Il dottor Francesco Oliviero indigna ancora | VIDEO

Già il 27 marzo Giulia Innocenzi ci aveva fatto ascoltare le dichiarazioni di questo medico che sosteneva che la sola paura di contrarre il Covid potesse far ammalare le persone. Ora il dottor Francesco Oliviero arriva a sostenere che vaccini e tamponi potrebbero servire per iniettare nanochip in grado di controllare le nostre menti attraverso il 5G e perfino di provocare infarti a distanza

Vaccini e tamponi come cavallo di Troia per iniettare nanochip controllabili attraverso la tecnologia 5G e in grado di orientare da remoto il comportamento e il pensiero delle persone?

È l’ultima dichiarazione modello iper cospirativo, che fa indignare, del dottor Francesco Oliviero, specializzato in psichiatria e malattie dell'apparato respiratorio di cui vi avevamo già parlato con Giulia Innocenzi il 27 marzo scorso, nel servizio che potte rivedere qui sopra.

Oliviero torna a far parlare di sé, con le sue “teorie” a cui dà eco il canale Youtube “Dentro la notizia”, che dice di essere rivolto a “fornire notizie non date dai media mainstream e a indagare in profondità a beneficio di tutti”.

Queste le parole del medico, durante un incontro pubblico: “Fino all’anno scorso o due anni fa l’obiettivo era quello di incrementare la tecnologia 5G e nel momento in cui venivano introdotti dei microchip nel sottocute c’era la possibilità di controllare da remoto la persona. All’inizio era soltanto un discorso di controllo ma si è visto che si possono inoculare informazioni o molecole informazionali”.

“Si è capito che è un serio problema perché non tutti sarebbero d’accordo a farsi mettere questo microchip”, continua Oliviero. “Hanno sperimentato un altro tipo di tecnologia, detta dei ‘nanochip’, molecole della grandezza di miliardesimi di millimetro, che verranno introdotti attraverso le vaccinazioni o alcuni addirittura sospettano attraverso i tamponi. Tutto questo però è da dimostrare, sono solo ipotesi. Stiamo però parlando di qualcosa che va nel transumanesimo, nel controllo totale e globale della popolazione con dei nanochip che vengono iniettati e a quel punto non è più possibile eradicarli. Questo è un attentato all’intera società perché per le persone non c’è la possibilità di fare il consenso informato. Tu mi sottoponi a un vaccino e nel frattempo con la scusa di avere un’immunità verso un virus mi stai iniettando dei nanochip. Il 5G, oltre a danneggiare l’intera persona e a modificarne il dna, permetterà di attivare i nanochip. A quel punto attraverso la somministrazione esterna di informazioni particolari, tu puoi modificare il cervello della persona… Puoi fargli fare cose che non era in grado di fare, puoi iniettargli farmaci da remoto, vaccini da remoto, puoi indurre un infarto in una persona senza che lui lo sappia…”.

Tutto questo si commenta purtroppo da solo: possibile che nessuno intervenga, a partire dall’Ordine dei medici? Ce lo chiedevamo anche il 27 marzo scorso. Vi avevamo fatto ascoltare un’altra “teoria” che sembra pericolosa: “Questa idea che ormai si è diffusa in tutta la popolazione che esiste un virus cattivo che viene dall’esterno, è un’assurdità. Noi siamo non soltanto un corpo fisico ma abbiamo anche una mente e quindi nel momento in cui si riceve una diagnosi di Covid-19 si innescano tutta una serie di meccanismi emozionali, conflitti che ci portiamo dietro dal passato. In questo caso è il conflitto di morte che si va a scaricare su un organo bersaglio che guarda caso è il polmone”. Quindi, in sintesi, per il dottor Oliviero ci si ammala in quanto di fronte alla comunicazione di un tampone positivo si scatenerebbero dei non meglio precisati “conflitti interiori”.

Teorie francamente inaccettabili, tanto più perché provenienti da un medico regolarmente iscritto all’Ordine. Al telefono, a chi si dice preoccupato per la febbre che si è presentata da qualche giorno, Oliviero risponde: “In questo caso la febbre va semplicemente modulata con il caldo. Il che vuole semplicemente: “Pigiamone pesante, sotto le coperte e sudare, non va preso il paracetamolo”. E se dovessimo sentire il nostro medico di base? Il dottor Oliviero dice di rispondere che la “febbre è passata”.

“Non dobbiamo farla grave perché altrimenti, se la facciamo grave, lui deve fare poi il suo lavoro, deve fare il tampone”. Insomma, mentre i suoi colleghi facevano turni impossibili negli ospedali per fronteggiare il contagio, il dottor Oliviero diceva di “evitare di entrare nel tunnel perché altrimenti è finita”. Ma di che tunnel sta parlando? “Il tunnel è quello di essere considerato un malato, se il tampone è positivo, e quindi non esci più poi dall’ospedale”.

Possibile che nessuno interviene per fermare le dichiarazioni di questo medico?

 

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