Covid, lockdown solo per gli anziani: cosa ne pensa Federanziani? Noi gliel'abbiamo chiesto
Da giorni ormai si discute di possibili restrizioni ad hoc per la popolazione anziana per proteggerla dal coronavirus. Noi di Iene.it ne abbiamo parlato con FederAnziani: “È giusto creare una rete di protezione perché sono più esposti ai rischi ma bisogna rafforzare i sistemi per non lasciarli soli”
“Ben vengano le misure per tutelare gli anziani ma non bisogna segregarli in casa e abbandonarli a loro stessi”. Il tema della protezione degli anziani è stato centrale nel dibattito pubblico sul coronavirus: in molti hanno proposto una sorta di “lockdown per i senior” così da proteggerli dai rischi della pandemia e allo stesso tempo non fermare l’economia. Compresa qualche parola di troppo via Twitter del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che poi ha fatto retromarcia, sul fatto che sarebbero appunto “non indispensabili allo sforzo produttivo”. Ma gli anziani cosa pensano di tutto questo?
Noi di Iene.it ne abbiamo parlato con Eleonora Selvi, portavoce di Senior Italia Federanziani, la federazione delle associazioni della terza età che riunisce 3.700 centri sociali per anziani con oltre 3,8 milioni di aderenti: “Vanno rafforzati tutti quegli strumenti che consentano agli anziani di rimanere il più possibile a casa loro ma non vanno abbandonati a loro stessi”. E la motivazione, per loro, è questa: “È chiaro che siamo davanti a una malattia che colpisce in modo differente le varie fasce d’età: secondo i dati dell’Iss al 4 ottobre su 36mila morti, poco più di 400 cento erano sotto i 50 anni e senza patologie. Gli altri sono over 50, ma soprattutto over 75, con altre malattie”.
Insomma la posizione di Federanziani è chiara: “Siamo d’accordo nel creare un cordone sanitario intorno ai senior cercando di limitare il meno possibile le attività che sono fondamentali per la produzione del paese”. Ma c’è una cosa che Federanziani tiene a sottolineare: “Bisogna fare attenzione al welfare perché un welfare mancante per anni ha fatto sì che i nonni sostituissero lo stato in particolare nell’accudimento dei nipoti. Noi abbiamo appena svolto un sondaggio da cui emerge che gli anziani non hanno smesso di prendersi cura dei nipoti da quando è iniziata la pandemia”.
Una situazione che inevitabilmente comporta dei rischi: “Sappiamo che nel contesto familiare si tende ad abbassare la guardia e quindi misure come indossare la mascherina o tenere le distanze diventano difficili. Un rischio di contagio alto, soprattutto adesso che sono state riaperte le scuole”.
Le controindicazioni di un lockdown pensato per la popolazione anziana sarebbero comunque molte: “Hanno bisogno di muoversi e fare attività fisica. Non bisogna andare in luoghi affollati ma garantire comunque la possibilità di andare all’aperto ovviamente indossando le mascherine e mantenendo le distanze. Non bisogna dimenticare che molti anziani con disturbi vascolari o cardiaci o metabolici se si chiudono in casa e non si muovono rischiano di avere altre gravi conseguenze”.
Come fare quindi a proteggere gli anziani senza abbandonarli? “Gli enti locali dovrebbero rafforzare tutte quelle misure che consentono per esempio di portare la spesa o i farmaci a casa senza costringerli a recarsi in luoghi affollati ed esporsi al rischio”. Un altro tema importante è quello della solitudine: “Sono spaventatissimi e vanno creati percorsi ad hoc per sostenere quelli che sono soli a casa. Non dimentichiamo che circa il 40% degli over 75 non ha nessuno con cui parlare, non si possono abbandonare: dobbiamo potenziare gli strumenti per tutelarli, così anche da evitare una chiusura generalizzata”.
Dal nuovo decreto allo studio del governo sembra per adesso esclusa l’ipotesi di un “lockdown per gli anziani”, ma come verrebbe percepita da loro un’eventuale simile decisione? “Sicuramente non sarebbero contenti ma possono trarre solo vantaggi dall’essere tutelati dalle istituzioni: bisogna comunque garantire la possibilità di incontro con figli e nipoti ma devono essere svolti rispettando le regole che già oggi sono molto chiare. Su questo sarebbe importante fare un’opera di sensibilizzazione”. Fondamentale comunque resta la necessità anche per gli anziani di evitare un lockdown generalizzato: “Perché così non solo non potrebbero vedere figli e nipoti ma questi ultimi rischierebbero ancora di più di perdere il lavoro ed essere così costretti a chiedere aiuto alle pensioni degli anziani, come già successo in primavera”.
Inevitabile un passaggio anche sulle ultime polemiche generate da un tweet del presidente della Liguria Giovanni Toti: “Noi vogliamo assolutamente smorzare le polemiche, in un momento come questo non servono a nessuno. Vogliamo credere che il senso fosse dire che va creato un cordone sanitario intorno alla popolazione più anziana, che non essendo parte della forza lavoro possono in qualche modo essere tutelati senza avere un impatto pesante sull’economia”.
In conclusione: “Ben vengano le misure di protezione per gli anziani ma dobbiamo preoccuparci di dar loro ciò di cui hanno bisogno, dalle cure mediche all’assistenza. Non vanno lasciati soli”.