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Covid, Nuova Zelanda: “Al festival italiano tornati alla normalità”. Le ragioni del successo | VIDEO

Salvo, italiano che vive a Auckland, in Nuova Zelanda, ci racconta la situazione coronavirus sull’isola, dove già con pochissimi nuovi casi il primo ministro interviene e raccomanda di stare a casa e indossare la mascherina. Ma quali sono le ragioni del successo neozelandese? 

“Dopo il secondo lockdown, da agosto a settembre, la situazione in Nuova Zelanda sembra essere tornata alla normalità”. Salvo è italiano e vive a Auckland, da dove ci mostra la situazione coronavirus nella nazione che fin da subito ha mostrato una strategia vincente nella lotta alla pandemia. E, nonostante qualche nuovo caso – 3 registrati oggi – questo successo sembra essere duraturo. Così, come ci mostra Salvo, alla fiera italiana a Auckland di settimana scorsa la gente non aveva paura di stare vicino, anche senza mascherina, e divertirsi celebrando la cultura del nostro paese. Il governo, tuttavia, resta sempre allerta: “Dopo pochi casi registrati il 12 novembre il ministro è intervenuto con un post raccomandando alla popolazione di Auckland di lavorare se possibile da casa e indossare la mascherina”, racconta Salvo.

Ma a cosa è dovuto il successo neozelandese contro il virus? Come vi abbiamo spiegato qui, La Nuova Zelanda, nella prima ondata, ha risposto con fermezza alla crisi: il 23 marzo con appena 102 casi confermati e nessuna vittima, la premier Jacinda Ardner ha scelto il lockdown duro. Una decisione apparsa inizialmente esagerata, ma che ha salvato la Nuova Zelanda da uno scenario come quelli vissuti in Italia e Spagna.

Non solo il lockdown però ha salvato la Nuova Zelanda: il governo ha subito messo in campo una chiara e coerente strategia per fermare la trasmissione del coronavirus. E’ stata lanciata un’app simile a Immuni per tracciare i contatti, molti hotel sono stati trasformati in strutture d’isolamento per i positivi così da evitare il contagio in famiglia e i confini del paese sono stati chiusi (in questo ovviamente agevolati dall’essere composto da isole lontane da ogni altro paese del globo).

In agosto poi la più importante città Auckland, dove vive circa la metà della popolazione, ha visto l’esplosione di un nuovo focolaio di coronavirus: una quindicina di contagi al giorno. E il governo ha subito reagito con durezza, imponendo un nuovo lockdown nella capitale e testando in modo massiccio la popolazione: oltre 20mila test al giorno nella settimana di Ferragosto, in un paese che non arriva a 5 milioni di abitanti.

La strategia dura adottata dalla nazione del resto aveva attirato l'attenzione dei media fin da subito. Anche noi di Iene.it a maggio scorso, quando la prima ministra ha annunciato per la prima volta di aver sconfitto il virus, vi abbiamo raccontato il modello vincente della Nuova Zelanda intervistando proprio Salvo, che ci ha raccontato il lockdown sull'isola. 

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