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La nuova sparata di Franzoni: "Ai malati covid espiantano gli organi per il mercato nero". Ma il video è del 2014 | VIDEO

Gira su WhatsApp un video in cui Nicola Franzoni, noto negazionista, esce con l'ennesima balla: "Ai malati covid espiantano gli organi per il mercato nero". Intanto i suoi ex dipendenti, dopo essere stati lasciati a casa, reclamano i soldi che gli spettano

“Il traffico degli organi sui malati covid! Conte, comincia a spiegare dove finiscono gli organi dei morti. Espiantate gli organi agli italiani eh?”. L'ultima delirante teoria del complotto sul coronavirus, che ipotizza che ai malati vengono espiantati gli organi per entrare nel traffico del mercato nero, ha la firma di Nicola Franzoni. Chi frequenta Iene.it lo conosce bene: in passato abbiamo raccontato della sua fallimentare "marcia su Roma", delle sue numerose denunce della Digos e di quelle da parte dei suoi dipendenti .

Quest'ultima sparata in questi giorni è finita sul WhatsApp di tanti italiani, e nel video sopra potete vedere corpi in fila a cui, secondo la voce narrante di Franzoni che si rivolge direttamente a Giuseppe Conte per "dire la verità agli italiani", verrebbero espiantati gli organi. Oltre all’assurdità della tesi, il video è facilmente smontabile. Risulta circolare almeno dal 2014 nei network russi, dove all’epoca lo avevano titolato “obitorio in Giappone”. Quindi nulla a che vedere col coronavirus.

Nicola Franzoni è noto per le sue teorie cospirative e negazioniste. Qualche mese fa è salito agli onori prima per aver negato l'esistenza del covid, declassato a "banale influenza", alla manifestazione dei gilet arancioni. Poi per aver urinato in diretta Facebook fuori dalla presidenza del Consiglio, come vi abbiamo tempestivamente mostrato, cosa che gli è valsa una serie di denunce, fra cui vilipendio alla Repubblica.

Quello che pochi sanno, invece, sono i suoi problemi con i dipendenti dei suoi locali a Marina di Massa. Giulia Innocenzi, nel video che potete vedere sopra, ha parlato con due di loro. La denuncia è grave: Franzoni avrebbe lasciato a casa la cuoca dopo che lei aveva contratto il coronavirus. "Al momento in cui ho avuto il coronavirus il signor Franzoni mi ha licenziato, perché io ho fatto un danno alla sua azienda", spiega la dipendente, che non vuole rivelare la sua identità, alla Innocenzi. "Secondo lui, visto che io avevo preso il covid, la gente aveva paura a entrare nel suo locale. Ma come, te sei il primo che dice che il covid non esiste, di cosa devi avere paura?". La cuoca se l’è vista davvero brutta: "avevo la polmonite bilaterale, per questo mi hanno ricoverato per 22 giorni alle malattie infettive a Massa". E Franzoni? "Quando ho saputo che ero positiva gli ho telefonato: 'Nicola, sono positiva al covid”. E lui: 'ma tanto non esiste'. Poi quando è arrivata l’Asl, perché io ho dovuto dichiarare dove lavoravo, lui è sparito". 

A contatto con la cuoca c’era stato il ragazzo che si occupava del narghilè, un richiedente asilo che viene dalla Libia e che anche lui ci ha chiesto di rimanere anonimo. Dopo aver scopero che la cuoca era positiva al covid si è fatto 15 giorni a casa e due tamponi, entrambi risultati negativi. Finita la quarantena, però, Franzoni lascia a casa anche lui, impedendogli così di continuare a mandare i soldi in Libia, alla sua famiglia. Secondo i due ex dipendenti, Franzoni dovrebbe loro dei soldi, che ora reclamano. Il diretto interessato, sentito telefonicamente dalla Innocenzi, ribatte: "Io non ho lasciato a casa nessuno, quella società non è la mia, non so niente… Sono cose banali, stupide. Sono stufo di queste cose, ciao!", e chiude il telefono. Forse era impegnato a costruire un nuovo video complottista.

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