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“Contributi non versati”, indagato l'imprenditore della ‘marcia su Roma' | VIDEO

La procura contesta a Nicola Franzoni “l’omesso versamento di contributi per un importo complessivo di 255mila euro”. Noi di Iene.it lo abbiamo conosciuto prima per la manifestazione che ha organizzato a Roma, poi intervistato da Giulia Innocenzi dopo che alcuni suoi ex dipendenti ci hanno detto che con lui non tutto era in regola

Omesso versamento di contributi per un importo complessivo di 255mila euro”. E’ questa, secondo quanto riporta il Secolo XIX, la contestazione che la procura muove a Nicola Franzoni, imprenditore e organizzatore della ‘marcia su Roma’ per difendere i lavoratori e mandare a casa i politici. Secondo la ricostruzione fatta dalla procura e dalla guardia di finanza, Franzoni in passato sarebbe stato “legale rappresentante” di una società che gestiva alcune attività tra La Spezia e Carrara. Per non versare tutti i contributi - è l’ipotesi dei pm - avrebbe omesso “una o più registrazioni”.

Noi di Iene.it abbiamo conosciuto Nicola Franzoni nelle scorse settimane con Giulia Innocenzi nella trasmissione digital Iene.it: aspettando Le Iene. Ci siamo occupati prima della sua attività politica, come organizzatore della ‘marcia su Roma’: una manifestazione in tempo di lockdown per difendere i lavoratori e mandare a casa i politici. Evento che però è stato un flop, tra una piazza san Giovanni deserta e alcuni momenti di ilarità che potete vedere nel video qui sopra.

E dopo ci siamo occupati anche delle segnalazioni di alcuni suoi ex dipendenti, che ci hanno raccontato tutti la stessa storia: “Ho lavorato per diversi anni con il signor Nicola Franzoni. Quattordici ore al giorno con paga misera di 60-70 euro senza nessun contributo pagato, senza nessun contratto e senza nessuna busta paga”, ci ha detto uno di loro. 

Una ragazza ha aggiunto: “Al momento dell’assunzione lui è molto chiaro, verrà fatto un piccolo contratto da 4 ore quando in realtà le ore giornaliere variano dalle otto alle undici. Quindi la maggior parte delle ore viene lavorata in nero”. E la versione sembra confermata anche da un’altra ragazza: “Ho lavorato per Franzoni per un paio d’anni. Assicurata 16 ore settimanali lavorando minimo 14 al giorno con una paga di 70 euro al giorno”. 

Insomma la procura sembra lavorare proprio sulle stesse cose che ci sono state segnalate. Franzoni ci aveva detto che “l’Italia è il paese che ha il 65% di tassazione, è chiaro che ogni tanto sfugge qualche ora ma cosa vuol dire? Questo cosa vuol dire? I dipendenti stanno bene, stia tranquilla che stanno tutti bene”. E al Secolo XIX aggiunge: “La contestazione è il risultato di un accertamento bislacco dell’ispettorato. Hanno raccolto le testimonianze di tre ex dipendenti e hanno esteso il ragionamento anche al resto dei lavoratori, che però si era rifiutato di essere messo a verbale. Non escludo che i dipendenti che mi hanno denunciato all’ispettorato siano gli stessi che mi hanno accusato a Le Iene”.

Dove starà la verità? Dalla parte di Franzoni o da quella degli ex dipendenti? A questo punto sarà la giustizia ad appurarlo.

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