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Marcia su Roma, l'organizzatore in favore dei diritti dei lavoratori. Compresi i suoi? | VIDEO

Nicola Franzoni ha organizzato la marcia su Roma per difendere i lavoratori e mandare a casa i politici. Invece sono stati a casa i manifestanti. Noi l’abbiamo intervistato perché alcuni suoi ex dipendenti ci hanno detto che con lui non tutto era in regola

La marcia su Roma del primo maggio non ha soddisfatto i pronostici della vigilia. “Saremo tantissimi, arrivano adesioni da tutta Italia, sarà il trionfo”, diceva Nicola Franzoni, uno degli organizzatori, alla vigilia della manifestazione. Alla fine in piazza San Giovanni in alcuni video si contano una decina di manifestanti, delusi di non aver raccolto un numero maggiore di adesioni.

L’obiettivo della marcia era difendere i diritti dei lavoratori e mandare i politici a casa. E Nicola in una violenta disanima sui social, spiega anche perché: “La fase 1, la fase 2, siete delle teste di c***o. Come riapriamo i bar? Io faccio questo lavoro da trent’anni e non sono mai fallito semplicemente perché ho un’idea ben chiara di quelli che sono i costi e i ricavi di una azienda. Se i costi superano i ricavi, si chiude”.

Gli appelli in cui Nicola Franzoni su Facebook difende i diritti dei lavoratori, hanno attirato l’attenzione di alcuni suoi ex dipendenti che ci hanno contattato per raccontare una storia diversa: “Ho lavorato per diversi anni con il signor Nicola Franzoni. Quattordici ore al giorno con paga misera di 60-70 euro senza nessun contributo pagato, senza nessun contratto e senza nessuna busta paga. Sono molto delusa”. Un’altra ragazza ci dice: “Al momento dell’assunzione lui è molto chiaro, verrà fatto un piccolo contratto da 4 ore settimanali quando in realtà le ore giornaliere variano dalle otto alle undici. Quindi la maggior parte delle ore viene lavorata in nero”. Questa versione viene confermata anche da un’altra ragazza: “Ho lavorato per Franzoni per un paio d’anni. Assicurata 16 ore settimanali lavorando minimo 14 al giorno con una paga di 70 euro al giorno”.

Abbiamo chiesto a Franzoni un commento riguardo a queste affermazioni, che lui non smentisce: “L’Italia è il paese che ha il 65% di tassazione, è chiaro che ogni tanto sfugge qualche ora ma cosa vuol dire? Questo cosa vuol dire? I dipendenti stanno bene, stia tranquilla che stanno tutti bene”.

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