Max il pescatore e la sua lezione, oltre il Parkinson giovanile | VIDEO
Quattro anni fa abbiamo conosciuto Max il pescatore, uno dei primi casi in Italia di Parkinson giovanile. Insieme andiamo a pescare sulle rive del lago di Como. A un certo punto si è ritrovato a combattere anche contro la depressione. Dopo il primo lockdown, Matteo Viviani è tornato a trovarlo. E lui ci regala un grande insegnamento nonostante il periodo difficile per il coronavirus
Vi ricordate di Max il pescatore? Un ragazzone che ci era entrato subito nel cuore, uno dei primi casi in Italia di Parkinson giovanile (qui il servizio di 4 anni fa di Matteo Viviani). “Sto male io, stanno male anche gli altri”, ci diceva. “Un malato terminale, che cosa deve fare?”. Dopo l’acquisto di una barchetta, Max il pescatore ha aperto anche un negozietto per la vendita del pesce. Tutto questo lo faceva mentre le medicine gli davano tregua dalla malattia. “Più cerchi di non tremare, più tremi”.
Nonostante questo, incurante dei dolori, dopo aver perso il lavoro, se ne era inventato un altro. Si alzava prima dell’alba e andava a pescare con la sua barchetta sul lago di Como. “La vita va vissuta in ogni caso: mai mollare”, diceva. A 45 anni, ha affrontato “l’intervento della vita”: per la prima volta riusciva a tenere le mani ferme.
Quando Matteo Viviani è tornato da lui un anno dopo, ci ha raccontato di un’altra sfortuna: la moglie l’aveva lasciato. “Non ho più voglia di lottare”, ci diceva. Oltre al Parkinson si trova a combattere contro la depressione.
Tutto questo accadeva due anni fa. Dopo il primo lockdown siamo tornati a trovarlo. La sua testa sembra tornata quella delle origini: insieme andiamo a pescare nel lago. “Mi sono ripreso dopo il nostro ultimo incontro, mi hai salvato la vita boss!”, dice. Siamo tornati nello stesso punto dove tutto è iniziato.
Proprio ora in un momento di grande confusione a causa del coronavirus, riesce anche a darci un grande insegnamento: “Non c’è mai capolinea. Non pensiamo a quello che si poteva fare prima, pensiamo a quello che possiamo fare ora con quello che abbiamo adesso. Non si devono avere rimpianti”.