A Napoli i funerali di Ugo, il 15enne ucciso per una rapina: corteo bloccato | VIDEO
Si sono celebrati stamattina a Napoli i funerali in forma privata di Ugo Russo, il 15enne rimasto ucciso per un tentativo di rapina a un carabiniere fuori servizio. Le forze dell’ordine hanno bloccato il corteo per il mancato rispetto delle nuove norme per il contenimento del coronavirus. Giulio Golia ha intervistato i familiari
“Ciao Ugo per sempre ragazzo. Con rabbia e con amore”. È lo striscione che ha accompagnato il corteo per i funerali del 15enne ucciso in un tentativo di rapina a Napoli. Anche stamattina non sono mancate le polemiche. Gli agenti della polizia hanno cercato di bloccare il corteo partito con striscioni, palloncini bianchi e foto del giovane dai Quartieri Spagnoli. Anche qui è in vigore la sospensione delle cerimonie civili e religiose fino al 3 aprile disposta per contenere l’emergenza coronavirus. Le forze dell’ordine hanno bloccato gli amici che stavano portando a braccio la bara bianca. Da quello che si apprende sarebbero iniziate le proteste che hanno portato a disperdere il corteo.
I funerali si sono svolti in forma privata nella chiesa dei Sette Dolori a Montecalvario. C’era anche il papà di Ugo, lo abbiamo conosciuto nel servizio di Giulio Golia che vi riproponiamo qui sopra. “Non voglio giudicare nessuno, al Nord vivono in un’altra maniera. Noi abbiamo un’altra cultura, questa è la nostra”, dice Vincenzo Russo. Con lui abbiamo provato a ricostruire che cosa sia accaduto la notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo in attesa degli sviluppi dalla Procura.
In base a una prima ricostruzione Ugo era in compagnia di un amico di 17 anni. Insieme avrebbero tentato di rapinare un 23enne. Non sapevano che avevano davanti un carabiniere fuori servizio. Ugo avrebbe avuto in mano una pistola (poi risultata giocattolo, ma priva del tappo rosso). Impaurito da quell’arma che sembrava vera, il carabiniere fuori servizio stando alle prime ricostruzioni avrebbe preso la sua pistola d’ordinanza e ha sparato. Sarebbero partiti almeno tre colpi: due vanno a segno e colpiscono Ugo al petto e alla testa.
“All’ospedale ce lo hanno fatto accarezzare ancora caldo. L’ultimo calore, l’ultimo odore che aveva addosso ce lo siamo preso io e mia moglie”, racconta Vincenzo. “Mio figlio era un angelo voleva fare un corso per pizzaiolo con gli assistenti sociali di Napoli. Guadagnava 50 euro come barista, 70 con il fruttivendolo e 10 come muratore”.
Dopo il nostro servizio non sono mancate le polemiche per le parole del papà di Ugo. Tantissime persone sono solidali con il carabiniere di 23 anni che ha subìto il tentativo di rapina. Giulio Golia ha provato a intervistarlo, ma essendo indagato per omicidio volontario non è stato autorizzato a parlare. Sono in corso le indagini della Procura partite proprio dalla sua testimonianza e da quella dell’amico che accompagnava Ugo. Dal suo racconto pare che volessero qualche soldo in più per andare a ballare. In un primo momento l’accusa per il carabiniere sarebbe stata per eccesso di legittima difesa, poi modificata in omicidio volontario, ma potrebbe cambiare di nuovo una volta chiuse le indagini, allo stato in corso. Invece per il 17enne, il presunto complice del ragazzo morto, il gip avrebbe confermato il fermo e avrebbe disposto il collocamento in comunità.