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Trovato il relitto della Nuova Iside, a 30 miglia da Palermo e 1.400 metri in fondo al mare | VIDEO

Il relitto del peschereccio è stato individuato dalla marina militare: era scomparso il 13 maggio nelle acque antistanti a San Vito Lo Capo, con tre persone a bordo. Della scomparsa della Nuova Iside e delle possibili cause noi de Le Iene ci siamo occupati nel servizio di Giulio Golia e Francesca Di Stefano

Trenta miglia a nord di Palermo, 1.400 metri in fondo al mare. E’ stato localizzato dalla marina militare il relitto della Nuova Iside, il peschereccio scomparso il 13 maggio nelle acque antistanti San Vito Lo Capo. A bordo della barca c’erano tre persone: Matteo e Giuseppe Lo Iacono, i cui corpi sono stati rinvenuti senza vita, e Vito Lo Iacono, che ancora non è stato ritrovato.

La conferma dell'identità del relitto, che è stato individuato dalla cacciamine “Numana”, è stata ottenuta grazie ad alcune immagini del nome scritto sulla fiancata. Le immagini e il restante materiale ritrovato verranno ora messe a disposizione degli inquirenti che stanno indagando sull’affondamento del peschereccio.

Del caso della Nuova Iside noi de Le Iene ci siamo occupati con Giulio Golia e Francesca Di Stefano, nel servizio che potete vedere qui sopra. Vi abbiamo raccontato dell'indagine svolta da due giornalisti di Repubblica, che analizzando il sito Marine traffic, che consente di tracciare le rotte delle imbarcazioni di tutto il mondo, trovano traccia di una petroliera lunga 116 metri che proprio in quella notte passa dove si sarebbe trovata la Nuova Iside.

La notte fra il 12 e il 13 maggio scorso infatti, la petroliera era in navigazione nelle acque tra San Vito lo Capo e Ustica, in Sicilia, quel tratto che il segnale del blue box della "Nuova Iside" indica come l'ultima traccia certa del peschereccio. Nei giorni scorsi la petroliera è stata sequestrata dalla Procura di Palermo e due ufficiali, un cittadino italiano e uno straniero, sono iscritti nel registro degli indagati, come riportato da Repubblica, con l'accusa di omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso.

Il sequestro da parte della Procura punta a far effettuare un accertamento tecnico irripetibile sull'imbarcazione che al momento si trova nel porto siciliano di Augusta. Il sospetto, avanzato da amici e familiari di Vito, Giuseppe e Matteo Lo Iacono, è che ci sia stata una collisione tra la petroliera Vulcanello e la "Nuova Iside", a seguito della quale il peschereccio sarebbe affondato. 

L’avvocato della famiglia racconta che inizialmente non è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Matteo e che l’hanno espressamente richiesta, “perché sulla sua nuca è possibile individuare un trauma cranico, un colpo perfettamente compatibile con un colpo che l’imbarcazione avrebbe ricevuto e che avrebbe portato Matteo a cadere all’indietro”. 

A porre più di un dubbio anche il fatto che, al momento del ritrovamento in mare, uno dei tre indossasse la felpa e questo lascia pensare che l’incidente sia avvenuto di notte. Un’ipotesi, questa, che sarebbe sostenuta anche dall’orario dei messaggi non letti e dal fatto che il segnale del blue box delle 23.45, che ogni due ore esatte manda il segnale della posizione della barca alla capitaneria di porto, non è stato mandato. 

Avevamo contattato la società armatrice di quella petroliera, che, in merito alla richiesta di un’intervista, ha inviato al nostro Giulio Golia una lettera. “In seguito alla sua richiesta di intervista con un responsabile della compagnia Augusta Due in merito alla nave Vulcanello M, ci dispiace molto informarla che non è possibile organizzare l’intervista in questa fase, in quanto è già in corso un’indagine della magistratura che riguarda la nave. La società ha anche avviato una indagine interna. Al termine delle indagini la compagnia sarà lieta di incontrarla”.

Il ritrovamento del relitto permetterà adesso di capire meglio quale siano state le effettive cause dell’affondamento della Nuova Iside, e consentirà probabilmente di capire se è realistica l’ipotesi dello scontro con la petroliera.

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