Ospedali al collasso: “Vogliono sapere chi ha fatto il video, rischiamo il posto” | VIDEO
In queste settime con la nostra Roberta Rei abbiamo raccolto le testimonianze di medici e infermieri che ci hanno mostrato le condizioni in cui verserebbero alcuni ospedali. Ad Avezzano, in Abruzzo, a quanto ci riferiscono i nostri testimoni, sembra sia partita la caccia agli autori dei video. Siamo tornati lì per raccogliere ulteriori informazioni
“Sembra che la direzione voglia sapere chi ha fatto quel video, se lo scoprono rischio il posto di lavoro”. In queste settimane con Roberta Rei vi abbiamo raccontato delle testimonianze che ci sono arrivate da vari ospedali del paese dove la seconda ondata di coronavirus sembra aver travolto le strutture sanitarie e il loro personale.
Tra i vari ospedali che vi abbiamo mostrato, c’è anche quello di Avezzano in Abruzzo dove la situazione sembra essere seria. “Lavoriamo solo con un camice azzurro, senza mezzi, senza niente”, dice un testimone in uno dei video che vi abbiamo mostrato. “Tutti pazienti Covid e dobbiamo lavorare con le buste della spesa sui piedi per proteggerci”.
“Non vengono a portarci da mangiare, si dimenticano delle persone che devono lavare”, sostiene una paziente. Le immagini che vi abbiamo mostrato hanno causato varie reazioni sulle condizioni dell’ospedale, tra cui quella dell’onorevole Pezzopane che ha definito il caso di Avezzano raccontato nel nostro servizio come “emblematico dello stato di degrado in cui sono lasciati medici, personale sanitario e malati”.
Le immagini avrebbero portato anche a risultati immediati. “Sono arrivati i dispensatori di amuchina”, ci racconta un testimone. “La mattina abbiamo ricevuto 30 tute, i guanti, le cuffie… tutta roba che mancava”, aggiunge un altro. “Una dirigente ci ha chiamato e ha interrogato me e altri colleghi, vogliono capire chi ha fatto quel video”, ci racconta però un testimone.
“La direzione sanitaria ha aperto un’indagine, hanno capito quando è stato girato il video e interrogato chi era di turno quel giorno”. Un’indagine legittima ma che secondo i nostri testimoni potrebbe essersi spinta un pochino oltre. “Ci hanno detto che il compito di capire chi ha mandato quel video sarà affidato alla procura e alla polizia postale”, ci dicono. “Hanno detto che ci possono mettere i telefoni sotto controllo”.
Per cercare di capire quale sia la situazione, la nostra Roberta Rei si è recata di persona all’ospedale nel tentativo di confrontarsi con i dirigenti medici e la direzione sanitaria. Un confronto che per adesso purtroppo non c’è stato, ma per cui noi rimaniamo assolutamente disponibili.
Al personale dell’ospedale comunque vogliamo fare una promessa: se dovesse succedere qualcosa a chi ha denunciato cosa sembra non funzionare in questo ospedale, noi torneremo.