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Salerno, l'avvocato dell'uomo fermato: “Volevamo fargli fare un Tso” | VIDEO

Il legale dell’uomo fermato a Salerno dai carabinieri si è rivolto a Iene.it: “Siamo grati alle forze dell’ordine per averlo intercettato e per avergli consentito di essere sottoposto alle cure che noi abbiamo più volte invocato. Noi stessi abbiamo chiesto il loro intervento per evitare che si facesse del male o lo potesse fare ad altri, ma per farlo aiutare, non per farlo picchiare”

“Volevamo fargli fare un Tso, era molto agitato da giorni”. Queste sono le parole dell’avvocato dell’uomo fermato a Salerno che ha resistito all’intervento dei carabinieri, come potete vedere nel video qui sopra che riporta parte dell’intervento. Vi abbiamo raccontato questa storia, su cui sarebbero state aperte indagini da parte della magistratura e degli stessi carabinieri.

Iene.it ha raccolto la versione dell’avvocato - che è anche parente - dell’uomo, che ci ha contattato e ha fornito la sua ricostruzione su quanto accaduto quel giorno. Versione che, chiariamo subito, è ovviamente di parte e sarà eventualmente valutata dalle autorità competenti per verificarne l’aderenza alla realtà. Il suo racconto è il seguente: “Da circa venti giorni aveva iniziato a essere agitato, a uscire ad ogni ora del giorno e della notte e a parlare di continuo, in particolare di progetti utopistici. Non mostrava, però, atteggiamenti irosi, aggressivi o violenti. Lui stesso di sua spontanea volontà, si era già recato dal medico curante, che gli aveva prescritto un antidepressivo”.

Nei giorni successivi la famiglia si sarebbe rivolta ai carabinieri locali per riferire la situazione: “Hanno risposto al fratello di essere già a conoscenza della situazione, poiché era stato notato in giro e addirittura erano stati da lui stesso fermati per riferire cose strane”. Il 27 marzo, cioè il giorno prima del fermo che potete vedere qui sopra nella sua parte finale, “sono riuscito finalmente a contattare il comandante della locale stazione il quale, dopo cortese colloquio telefonico e con grande disponibilità, si è recato presso la nostra abitazione per approfondire la conoscenza della problematica e ci ha consigliato di interessare il medico di famiglia”.

Stando al racconto del legale, siamo a venerdì sera. Sabato mattina però l’uomo “ha parlato di un viaggio da fare a Modena per ritirare delle auto di lusso da regalare a ognuno di noi. Lo abbiamo convinto a farsi visitare dal medico di famiglia che gli ha prescritto lo Xanax. Speravamo tutti in un effetto positivo del farmaco per calmarlo almeno fino al lunedì, quando avremmo potuto attivare (o quantomeno pretendere) il Tso, ma verso le 15 il fratello è stato raggiunto telefonicamente da un benzinaio per un pieno non pagato”.

Qui, sempre secondo il racconto dell’avvocato, inizierebbe la serie di eventi che portano al fermo dell’uomo: “A questo punto il nipote ha contattato l’uomo, che gli ha riferito di essere andato a sbattere in una rotatoria a Battipaglia e di essere in attesa di un pullman per andare a Modena a ritirare le auto. Il nipote lo ha tranquillizzato dicendo di aspettare lì il carro attrezzi. Giunti dal meccanico, però, l’uomo ha ripreso l’auto, che aveva la ruota anteriore e quella posteriore del lato sinistro bucate e si è diretto verso casa percorrendo 8 km e perdendo degli pneumatici. È arrivato a casa solo con i cerchi sulle ruote”.

L’avvocato dice che la famiglia gli avrebbe sottratto le chiavi dell’auto, ma l’uomo sarebbe comunque riuscito a prendere quelle di riserva e ripartire: “Abbiamo chiamato ripetutamente il 112 che ci ha rimbalzato da una caserma all’altra. Siamo comunque riusciti a spiegare la situazione di pericolo e a far espressamente presente che si tratta di un’urgenza in quanto alla guida c’era un soggetto con evidenti alterazioni psichiche”.

Poco dopo il “fratello dell’uomo è stato contattato dalla polizia che l’ha informato di aver intercettato l’auto, che aveva lasciato l’autostrada, e di aver allertato i carabinieri competenti su quel tratto stradale”. Da qui in poi quello che è successo non è loro noto, sostiene l’avvocato. Che però tiene a fare alcune precisazioni: “Si tratta di una persona con seri (seppur recentissimi) problemi mentali e di cui non conosciamo la genesi. Problemi, peraltro, segnalati alle istituzioni”.

“L’uomo ora si trova in ospedale, nel reparto di psichiatria”, dice l’avvocato. “I medici ci hanno detto al telefono che ha due costole rotte e rischia uno pneumotorace, quindi è sedato”, sostiene.

“I carabinieri subito dopo ci hanno parlato solo di una situazione complessa e difficile cui hanno dovuto far fronte ma non di inseguimenti, di posti di blocco, di tentati investimenti, di schianto dell’auto sul guard rail; questo lo abbiamo poi appreso dai media a loro volta informati ufficialmente”, sostiene il legale. “La sera i carabinieri che ci hanno contattato per informarci dell’accaduto, ci hanno parlato di resistenze agli agenti ma non ci hanno detto delle percosse, tanto che la famiglia si era in un primo momento rasserenata perché lo scopo di sottoporlo a visita medica era stato raggiunto”, dice. Solo dopo avrebbero visto le immagini che potete vedere qui sopra che circolavano sui social.

L’avvocato ci tiene anche a precisare un’altra cosa: “Siamo grati alle forze di polizia per averlo intercettato e per avergli consentito di essere sottoposto alle cure che noi abbiamo più volte invocato. E siamo assolutamente rispettosi del lavoro che sono chiamati a svolgere. D’altronde, noi stessi abbiamo invocato il loro intervento, a conferma della massima fiducia riposta nelle istituzioni. Lo abbiamo fatto, però, per evitare che si facesse del male o lo potesse fare ad altri. Per farlo aiutare, non per farlo picchiare”. E poi aggiunge: “Inspiegabile risulta, dunque, il comportamento degli operatori intervenuti che erano (o avrebbero dovuto essere) a conoscenza del suo stato di forte alterazione psichica e che, inoltre, avrebbero dovuto tener presente il fatto che lui, seduto a bordo strada, non era più pericoloso (se non per se stesso) e in quanto tale andava trattato. E sarà a questo punto la magistratura a stabilire le eventuali colpe dei protagonisti della triste vicenda”.

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