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In Spagna 100mila visoni saranno abbattuti perché positivi al coronavirus | VIDEO

Dopo l’Olanda e la Danimarca, anche in Spagna sono tantissimi i visoni d’allevamento che verranno uccisi perché risultati positivi al coronavirus. A Iene.it aspettando Le Iene Giulia Innocenzi ha intervistato il professor Sergio Rosati: “Le condizioni di un allevamento intensivo possono amplificare l’infezione tra la specie”

Dopo l’Olanda e la Danimarca, anche in Spagna tantissimi visoni verranno abbattuti perché positivi al coronavirus. Sono i circa 100mila i capi dell’allevamento di La Puebla de Valverde, nella regione di Aragona, l’87% dei quali è risultato positivo. Le autorità locali ne hanno disposto l’abbattimento “per evitare il rischio di trasmissione del virus alle persone”, come ha detto il ministro dell’Agricoltura dell’Aragona Joaquin Olona, anche se non esistono prove certe che il coronavirus si trasmetta dai visoni all’uomo.

Il primo caso di abbattimento di visoni per sospetto contagio era stato quello in Olanda, dove due allevatori avevano contratto il coronavirus. Intervistato da Giulia Innocenzi per Iene.it: aspettando Le Iene a proposito di questo sospetto contagio, il professor Sergio Rosati, ha spiegato: “È plausibile che un lavoratore in questi allevamenti abbia contagiato il visone”. 

“I visoni come i furetti sono specie suscettibili, quindi in grado di essere contagiati dall’uomo”, ci aveva spiegato. “Inoltre le condizioni di un allevamento intensivo possono amplificare l’infezione tra la specie”.

“I visoni stanno in gabbia negli allevamenti e questa è una sicurezza”, ha replicato Massimiliano Filippi, allevatore di visoni, nell’intervista che potete vedere qui sopra. “Così non possono scappare”.  Il problema degli allevamenti sembra però essere che se si contagia un animale, si contagiano anche tutti gli altri. Così chiediamo a Filippi se non sia arrivato il momento di chiudere gli allevamenti di visoni, destinati alla produzione di pellicce. “Ci sono tante cose futili che produciamo. Se il governo decidesse di chiuderli chiuderei anche il mio, ma dovrebbero dare un compenso per convertire l’attività”. Intanto, però, sono già tanti i visoni abbattuti per il coronavirus. 

I casi dei visoni abbattuti per il coronavirus hanno portato la Lav, insieme a Fur free alliance e a Essere animali, a tornare a chiedere all’Italia di vietare gli allevamenti di animali per produrre pellicce. Secondo Essere animali nel nostro Paese, a dicembre 2019, sono attivi una decina di allevamenti che secondo la loro stima avrebbero ucciso oltre 100mila animali.

L’Italia infatti, insieme a Francia, Portogallo e Irlanda, è uno dei pochi Paesi europei a non aver ancora introdotto il divieto di allevamento di animali allo scopo di produrre pellicce. 

Forse l’arrivo di una nuova e devastante epidemia, che come vi abbiamo raccontato con il nostro Gaston Zama è stata proprio causata dal nostro sfruttamento ai danni degli animali, spingerà finalmente la politica a mettere un freno a queste terribili pratiche. Se volete contribuire alla campagna per vietare l'allevamento di visoni, cliccate qui.

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