> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

La Svizzera riapre le scuole: “i bambini non sono vettori” di coronavirus. È vero?

La Svizzera conferma la riapertura delle scuole dall’11 maggio “perché i bambini non sono i vettori di questa epidemia”. A partire da alcuni casi a Bergamo in tutto il mondo negli ultimi giorni si sta studiando però una possibile correlazione tra i sintomi dei più piccoli colpiti dalla sindrome di Kawasaki e il Covid-19 

I bambini non sono i vettori principali di questa epidemia, in alcuni singoli casi possono ammalarsi i più grandi, ma in linea di massima la cifra globale dei contagi è bassa tra i più piccini”. A dirlo è Daniel Koch, responsabile dell’unità di crisi Covid-19, il “Mister coronavirus svizzero”. Già tre settimane fa era finito al centro della polemica (qui l’articolo), proprio per aver detto una frase simile annunciando la possibile riapertura delle scuole elvetiche. Ora conferma il ritorno sui banchi in Svizzera e ribadisce il suo pensiero: “si può partire con un piano di protezione, i pericoli per i docenti, compagni di scuola e genitori che possono rientrare nei gruppi a rischio è minimo”. Eppure parla da un paese duramente dal coronavirus con un contagio ogni 291 abitanti. In Italia, dove le scuole restano chiuse fino a settembre, ne contiamo uno ogni 303. Anche se in Svizzera la mortalità da coronavirus è nettamente più bassa della nostra.

C’è soprattutto un altro dubbio che in questi giorni si concentra attorno alla domanda: i bambini si ammalano di coronavirus? Sono infatti appena usciti alcuni studi che collegherebbero i sintomi di alcuni piccoli alla sindrome di Kawasaki, una rara forma infiammatoria dei vasi sanguigni che i medici temono possa essere legata al coronavirus. I sintomi sono: febbre, congiuntivite, arrossamento delle labbra e della mucosa orale, anomalie a mani e piedi. La complicazione più temibile è l’infiammazione delle arterie del cuore, che può causare delle dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie. Il 21 marzo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo viene diagnosticato il primo caso. I medici non hanno dubbi: è la sindrome di Kawasaki. Da allora nel primo epicentro italiano del Covid-19 le diagnosi sono aumentate fino a 20, cioè tante quante quelle degli ultimi 3 anni.

A rimanerne colpiti sono stati soprattutto neonati e bambini sotto gli 8 anni. Per l’ospedale Papa Giovanni XXIII si tratta di “chiare prove che confermano che il responsabile è questo nuovo coronavirus”, come scrivono in una nota. Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando in Italia e nel mondo gli studi per trovare un’eventuale correlazione tra i fenomeni. In Gran Bretagna per esempio, secondo quanto riporta il Guardian, sono stati trovati dati simili a quelli di Bergamo.

Per il momento uno degli studi più completi realizzati finora sul rapporto fra bambini e coronavirus è quello realizzato a Vo’ Euganeo in Veneto, uno dei primi focolai italiani. Ben 234 bambini da 0 a 10 anni sono stati sottoposti al tampone, e nessuno di loro è risultato positivo al Covid-19, nonostante fossero in 13 a vivere in famiglie con persone contagiate. “Ciò non significa che possiamo concludere che i bambini non rischiano di ammalarsi”, precisano comunque gli autori nelle conclusioni.

È cauta nel trarre conclusioni anche Vittoria Colizza. Due settimane fa il laboratorio Epicx dell’Istituto di Sanità Pubblica che dirige a Parigi ha avviato varie ipotesi per l’uscita dalla quarantena. Tra queste non c’era la riapertura delle scuole decisa invece dal presidente francese Emmanuel Macron. “Ancora non è chiaro il ruolo dei bambini nel contagio, forse diverso fino ai 10 anni e poi negli adolescenti, che sembrano contrarre di più il virus”, spiega Colizza, che evidenzia anche un altro aspetto: “Nelle due settimane di vacanze scolastiche a febbraio, in Francia l’epidemia si è propagata molto più lentamente. Questo qualcosa vuol dire”. Non a caso, forse, Macron parla ora di una riapertura molto graduale: materne e elementari “su base facoltativa” dall’11 maggio, medie dal 18 mentre per le superiori se ne riparlerà a fine mese.

Speriamo si possa presto fare luce sulla questione, in vista del rientro a scuola dei bambini italiani, previsto per settembre.

Ultime News

Vedi tutte