> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Vannini, Federico Ciontoli al processo bis: "Ho paura che qualcuno mi spari" | VIDEO

È iniziato oggi il processo bis per l’omicidio di Marco Vannini. In aula si è presentato solo Federico Ciontoli in rappresentanza di tutta la famiglia accusata della morte del ragazzo di 20 anni. Con Giulio Golia e Francesca Di Stefano vi documentiamo i misteri e le contraddizioni di questa vicenda

“Per tre interminabili anni sono uscito ogni giorno da casa perseguitato dall’immagine di qualcuno che potesse venire e spararmi alla testa spinto da quello che si diceva su di me in televisione”. Lo afferma Federico Ciontoli in una dichiarazione spontanea in aula (leggi qui la lettera integrale). Oggi è iniziato a porte chiuse il nuovo processo per la famiglia Ciontoli dopo l’annullamento del precedente secondo grado stabilito dalla Cassazione nel febbraio scorso. Di questa tragedia e di tutti i suoi misteri e contraddizioni, ci siamo occupati molte volte con Giulio Golia e Francesca De Stefano con i molti servizi che ritrovate raccolti in fondo all’articolo.

Questa mattina davanti ai giudici si è presentato Federico Ciontoli, assente invece il padre Antonio: "È stato fino ad oggi ripetutamente detto, solo sulla base di supposizioni, e questo è presente addirittura in alcuni atti processuali e non solo detto nei luoghi di spettacolo, che anche a costo di far morire Marco, io avrei nascosto quello che era successo. La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento, figuriamoci se non l'avrei fatto sapendo che era partito un proiettile", dice il ragazzo. "Se avessi voluto nascondere qualcosa, perché avrei chiamato subito l'ambulanza di mia spontanea volontà dicendo che Marco non respirava e perché avrei detto a mia madre che non mi credevano e di fare venire i soccorsi immediatamente? Vi prego: non cadete in simili suggestioni che sono totalmente contraddette dalla realtà". Nel primo Appello il padre della fidanzata di Marco era stato condannato a 5 anni per omicidio colposo, in primo grado a 14 anni per omicidio volontario. In Appello era stata confermata invece la condanna a 3 anni per omicidio colposo per la moglie Maria Pezzillo e i due figli Federico e Martina (fidanzata di Marco). 

L’avvocato del ragazzo ha chiesto di non ammettere in aula i giornalisti parlando di “troppa pressione mediatica attorno al caso”. La difesa si è opposta alla richiesta probatoria della perizia sulla telefonata che i Ciontoli hanno fatto al 118. Secondo il Team Emme, in quell’audio ripulito si sentirebbe Marco dire “dov'è il telefono, portamelo, portami il telefono, mi fa male, mi fa male il braccio. Ti prego basta, mi fa male, portami il telefono”.

La difesa dei Ciontoli ha chiesto di ammettere la testimonianza di Viola Giorgini, la fidanzata di Federico è l’unica dei presenti quella sera nella villetta di Ladispoli ad essere stata assolta. È stata ammessa a testimoniare il prossimo 9 settembre, quando si tornerà in aula. La difesa invece si è opposta ad ascoltare i testimoni mai sentiti prima, come i vicini di casa dei Ciontoli. Tra loro c’è Maria Cristina Imperato che ha parlato per la prima volta in esclusiva a Le Iene (qui il servizio). Ha sostenuto di essere stata l’ultima persona che ha visto Marco vivo a parte i Ciontoli, di non essere sicura di aver sentito la voce di Antonio Ciontoli da sopra, di aver sentito una discussione, poi “un botto”, il silenzio, poi di nuovo una gran confusione. 

Nonostante il processo si sia celebrato a porte chiuse a causa delle norme anti-Covid, decine di persone si sono costituite in presidio arrivate da tutta Italia per sostenere la famiglia Vannini: “Nostro figlio è nel cuore di tutti gli italiani e sono qui con noi per chiedere giustizia. Ci aspettiamo giustizia per Marco”, hanno detto Marina e Valerio. 

Ultime News

Vedi tutte