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Allevamenti di visoni focolai del coronavirus? L'Olanda abbatte migliaia di animali | VIDEO

Il governo olandese ha ordinato l’abbattimento di migliaia di visoni allevati per la produzione di pellicce: secondo gli scienziati potrebbero trasformarsi in focolai di coronavirus per l’uomo, dopo il contagio di due dipendenti in stabilimenti diversi. E le associazioni animaliste chiedono di proibirne l’allevamento in Italia

Migliaia di visoni, già condannati a una vita d’allevamento per la produzione di pellicce, saranno abbattuti per ordine del governo olandese. Secondo gli scienziati consultati dall’esecutivo i poveri animali sono serbatoi di coronavirus e potenzialmente capaci di trasmettere il COVID-19 all’uomo: per questo migliaia di loro saranno uccisi per preservare la salute umana e quella degli altri animali non infettati.

La decisione del governo arriva a un paio di settimane dalla notizia dell’avvenuto contagio di due lavoratori in diversi allevamenti: già allora si era parlato della possibilità che il virus avesse fatto il salto di specie tra il visone e l’uomo, perché i due ammalati erano positivi allo stesso ceppo del coronavirus che colpisce questi animali.

Un altro rischio per la salute dell’uomo, insomma, che deriverebbe dallo sfruttamento degli animali e dalle condizioni in cui sono costretti a vivere: come potete vedere dalle immagini qui sopra, delle organizzazioni Bont voor Dieren e Animal Rights che ci ha passato Humane society Italia, nell’allevamento di Alphen aan den Rijn in Olanda le condizioni igienico sanitarie dei visoni sembrano essere davvero miserabili, aprendo la strada alla diffusione di malattie.

Il governo olandese starebbe valutando la possibilità di incentivare la chiusura volontaria degli allevamenti (che è già prevista per legge entro il 2024): “Gli allevamenti di visoni non sono molto diversi dai mercati di animali selvatici attualmente al centro delle preoccupazioni globali, dato che migliaia di visoni sono ammassati in minuscole gabbie e in condizioni insostenibili” ha dichiarato il presidente della Fur free alliance Joh Vinding, un coordinamento internazionale di organizzazioni contro l’uso degli animali per realizzare pellicce.“

“Oltre ad essere una pratica crudele, il rischio di diffusione di nuove malattie emergenti e, nello specifico, il fatto che gli allevamenti di visone possano fungere da serbatoio per i coronavirus, sono ulteriori motivazioni per vietare definitivamente questi allevamenti”, ha aggiunto ancora Vinding. E adesso la Lav, insieme a Fur free alliance e a Essere animali torna a chiedere all’Italia di seguire le orme dell’Olanda e vietare gli allevamenti di animali per produrre pellicce. Secondo Essere animali nel nostro Paese, a dicembre 2019, sono attivi una decina di allevamenti che secondo la loro stima avrebbero ucciso oltre 100mila animali.

L’Italia infatti, insieme a Francia, Portogallo e Irlanda, è uno dei pochi Paesi europei a non aver ancora introdotto il divieto di allevamento di animali allo scopo di produrre pellicce. Forse l’arrivo di una nuova e devastante epidemia, che come vi abbiamo raccontato con il nostro Gaston Zama è stata proprio causata dal nostro sfruttamento ai danni degli animali, spingerà finalmente la politica a mettere un freno a queste terribili pratiche. Se volete contribuire alla campagna per vietare l'allevamento di visoni, cliccate qui.

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