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Malika, la prima donazione ad altri in difficoltà: “So cosa significa, l'unione fa la forza” | VIDEO

Lo aveva annunciato qualche giorno fa e ora Malika ha iniziato a donare una parte della fondi raccolti per lei con un’eccezionale catena di solidarietà. Dopo il servizio di Veronica Ruggeri in tantissimi avete aiutato infatti questa ragazza cacciata da casa solo perché ama una ragazza. Ora Malika pensa anche agli altri in difficoltà

Ho fatto semplicemente quello che aveva promesso ed è solo l’inizio”. Malika ha iniziato a donare parte di quanto raccolto dalle donazioni che ha ricevuto. Nel servizio qui sopra vi abbiamo raccontato la storia di questa ragazza di Castelfiorentino (Firenze) che è stata cacciata da casa perché ama una ragazza. In tantissimi avete accolto l’invito di Veronica Ruggeri a donare alla raccolta fondi aperta su Gofundme: in poche ore il contatore è schizzato da 30mila euro a 137mila

Malika che si è ritrovata senza più una casa e neppure i vestiti ha ringraziato gli oltre ottomila donatori da tutta Italia con una promessa: “Donerò una parte di questi soldi a chi è in difficoltà”. Nei giorni scorsi ha iniziato a farlo come racconta in una serie di stories su Instagram: “Conosco le difficoltà e sono pronta ad aiutare anche se non mi piace sbandierare quando aiuto perché conta il gesto. Sono felice di rendere felice un’altra persona. Grazie alle persone che mi hanno informato della storia di Kevin”. 

Lui è un ragazzo di 19 anni che vive con la sua famiglia a Catanzaro. Ha raccontato di essere a rischio sfratto perché i suoi genitori non riescono più a pagare il mutuo. Ma in queste ore non è l’unica storia che ha mobilitato le persone. Lo stesso destino di Malika è toccato anche a Giacomo: due anni fa ha fatto coming out con la sua famiglia e come la ragazza di Castelfiorentino è stato cacciato da casa. Dopo aver visto la sua storia ha trovato il coraggio di raccontarlo. Anche lui ha 28 anni e sua mamma con l’aiuto del fratello di lei hanno cambiato la serratura di casa per non farlo più rientrare. 

Questa reazione ha tanti punti in comune con quella dei genitori di Malika. “Non avevo il coraggio di parlare con loro. Ho scritto una lettera, l’ho lasciata in un cassetto e sono andata al lavoro. Al mio ritorno speravo in un abbraccio, ma non ho più visto gli occhi di mia mamma”, ha raccontato la ragazza. La mamma le ha risposto con note audio sul telefono. Dalla voce sembra imbestialita: “È uno schifo, accidenti stronza. Speravo fossi una persona per bene. Ma così no, non mi puoi chiedere questo”, si sente urlare.  “Mi hanno detto che preferivano un figlio drogato perché era curabile e io non lo sono. Mi hanno detto che per loro sono morta”, racconta Malika. Da quel giorno non smette di piangere. “Non capisco perché tutto questo odio. Mi hanno detto che hanno cambiato la serratura e che i miei vestiti li avevano portati alla Caritas”. Oggi lei ha vestiti prestati e non ha più niente. Per ripartire ha avuto la solidarietà di tantissime persone da tutta Italia e che ora Malika userà a sua volta per chi è in difficoltà.

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