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E' morto Peter de Vries, il giornalista olandese vittima di un attentato | VIDEO

Il giornalista investigativo olandese Peter de Vries è morto una settimana dopo aver subito un attentato in pieno centro ad Amsterdam. Dietro all’attacco sembra esserci la criminalità organizzata olandese. De Vries è solo l’ultimo di una lunga serie di giornalisti uccisi in Europa: il nostro Antonino Monteleone ci ha raccontato la storia di Jan Kuciak

Il giornalista olandese Peter de Vries è morto: aveva 64 anni. Il reporter investigativo era stato colpito da diversi colpi d’arma da fuoco in centro ad Amsterdam il 6 luglio. L’attacco era avvenuto pochi minuti dopo che il giornalista era stato ospite in tv. 

Peter de Vries è stato colpito a distanza ravvicinata da almeno cinque colpi d’arma da fuoco, che gli avevano provocato gravi ferite alla testa. Per una settimana il giornalista investigativo ha lottato tra la vita e la morte, ma alla fine è morto.

De Vries era un giornalista molto noto in Olanda: si era occupato di diversi casi criminali, tra cui il rapimento di Freddy Heineken nel 1983, l’imprenditore della birra, e per essere spesso ospite di programmi televisivi che riguardano storie di cronaca nera. In passato aveva ricevuto alcune minacce per il lavoro che svolgeva e durante alcuni periodi gli era stata garantita la scorta della polizia.

Dietro al suo attentato, secondo le prime ricostruzioni, potrebbe esserci la mano della criminalità organizzata olandese. Tre persone erano state arrestate perché considerate coinvolte nell’attacco il giorno stesso: tra loro ci sarebbe anche chi ha materialmente sparato al giornalista. La sindaca di Amsterdam, Femke Halsema, aveva detto che de Vries è “un eroe nazionale per tutti noi. Un giornalista raro e coraggioso che cercava la verità instancabilmente”.

La morte di Peter de Vries si inserisce nell’elenco, troppo lungo e sempre in crescita, di giornalisti che vengono assassinati in Europa a causa del suo lavoro. Il nostro Antonino Monteleone ci ha raccontato la storia di Jan Kuciak, giovane giornalista investigativo slovacco, ucciso a 27 anni mentre stava indagando su complessi intrecci di potere ai più alti livelli del paese. Gli esecutori dell’omicidio sono stati condannati, mentre si continua a indagare alla ricerca dei mandanti.

“Era meraviglioso vedere quello che riusciva a trovare nei registri e nei database”, ci ha detto il direttore di ‘Aktuality’ Peter Bardy. Jan era infatti un esperto di data journalism per la testata di Bratislava, una specialità in cui le inchieste nascono e si sviluppano incrociando un’enorme quantità di numeri, dati e documenti ricavati da database pubblici presenti online.

Ogni singola parola scritta da lui poteva essere provata in un processo”, ci ha detto il giornalista Arpad Soltesz. Qualità molto preziose, che lo avevano spinto a ficcare il naso negli affari delle persone più potenti del paese. E’ proprio mentre indaga su di loro che Jan Kuciak viene assassinato il 21 febbraio del 2018. A oltre tre anni dal suo omicidio, i killer sono stati assicurati alla giustizia mentre si continua a indagare per trovare i mandanti.

Il nostro Antonino Monteleone, nel servizio che trovate in testa a questo articolo, ricostruisce i troppi agguati recenti ai reporter in Europa, le indagini di Jan Kuciak e quanto accaduto a seguito della sua morte: “I criminali devono sapere che possono uccidere uno di noi, ma non tutti noi”. Oggi un altro eroe della libertà d’informazione ha perso la vita per il suo lavoro.

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