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Mps, Monteleone rinviato a giudizio. La Iena: “Affrontare vicenda delicata davanti al giudice”

Rinviato a giudizio Antonino Monteleone con l'ipotesi di reato di diffamazione aggravata dell’avvocato Michele Briamonte, ex consigliere d'amministrazione di Banca Mps. La Iena: “Sarà un processo che, al netto delle valutazioni di merito che spetteranno al Tribunale, avrà un impatto non indifferente sul diritto dei giornalisti investigativi a svolgere il proprio lavoro in autonomia”

Il gup di Torino Irene Gallesio ha accolto la richiesta formulata dal pm Livia Locci e disposto il rinvio a giudizio del nostro Antonino Monteleone con l'ipotesi di reato di diffamazione aggravata ai danni dell'avvocato Michele Briamonte, ex consigliere d'amministrazione di Banca Mps e managing director dello Studio Grande Stevens. Il processo inizierà il 9 novembre davanti al Tribunale di Torino. I fatti contestati si riferiscono al servizio realizzato dalla Iena sui possibili legami tra il caso David Rossi e la banca vaticana Ior.

"Penso che la delicatezza della questione che abbiamo affrontato in questo servizio, uno dei tanti sulla vicenda della morte di David Rossi, merita di essere affrontata con serenità davanti al giudice terzo e nel contraddittorio tra le parti". Antonino Monteleone commenta così la notizia. "Sarà un processo che, al netto delle valutazioni di merito che spetteranno al Tribunale, avrà un impatto non indifferente sul diritto dei giornalisti investigativi a svolgere il proprio lavoro in autonomia, lontano dal limitarsi a riportare il contenuto di atti prodotti dalla sola autorità giudiziaria, attraverso la ricerca sul campo delle notizie di interesse per il pubblico".

Monteleone era già stato rinviato a giudizio nel maggio scorso, ma il decreto era stato annullato dal tribunale di Torino, secondo cui l'inviato non aveva avuto la possibilità di difendersi.

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Il gip di Genova archivia l'inchiesta sui presunti abusi d'ufficio che sarebbero stati commessi durante le prime indagini sulle cause della morte di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena volato giù dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013. Tutto era partito dai servizi di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti che da anni seguono il caso chiedendosi se sia stato davvero un suicidio oppure se possa trattarsi di un omicidio, come creduto dalla famiglia del manager. Per il giudice delle indagini preliminari ci sono state carenze nelle indagini sul caso ma nessun dolo. Non dimostrate interferenze tra le indagini e l'esistenza di festini hard ai quali avrebbero partecipato alcuni pm. Ma al contrario delle varie anticipazioni stampa degli scorsi mesi il giudice ritiene attendibile l’ex escort, sentito anche a Genova dopo i suoi clamorosi racconti a Le Iene. Anche questa ordinanza trasmessa al Csm

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