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La pandemia abbassa l'aspettativa di vita: un anno in meno negli Usa, ancora peggio in Italia

Un report del governo federale degli Stati Uniti mostra come l’aspettativa di vita nel paese sia diminuita nel 2020 di un anno. Più colpite le minoranze etniche, con la comunità afroamericana che perde in media 2.7 anni di vita. In Italia la situazione è ancora peggiore: il premier Draghi, nel discorso al Senato, ha parlato di una diminuzione compresa tra 1.5 e 2 anni

Il coronavirus non solo si è portato via milioni di persone nel mondo, ma anche abbassato l’aspettativa di vita media di tutta la popolazione. Un dramma che, almeno per la parte occidentale e benestante del pianeta, non si vedeva dal tempo delle guerre mondiali della prima metà del Novecento.

Da inizio pandemia sono oltre 2.4 milioni le persone che sono direttamente morte a causa del coronavirus. Ma la pandemia, come sappiamo, ha messo sotto incredibile stress l’intero sistema sanitario, tra personale contagiato e letti in terapia intensiva quasi introvabili. E così il normale livello di assistenza per la popolazione non è più stato garantito, gli screening sono stati fatti in ritardo, le cure sono diventate più difficili da avere.

Così l’aspettativa di vita è calata. Un report recentemente pubblicato dal governo degli Stati Uniti mostra come l’aspettativa di vita di un cittadino americano nel 2020 sia diminuita di un intero anno. Ci sono però delle evidenti differenze nell’impatto della pandemia tra comunità: quella afroamericana ha pagato il prezzo più alto, con una diminuzione di 2.7 anni nell’aspettativa di vita.

Un fenomeno che purtroppo riguarda anche l’Italia. Pur in assenza dei dati precisi sui decessi del 2020, non ancora diffusi dall’Istat, c’è chi negli scorsi mesi aveva provato a prevedere quanto potesse scendere l’aspettativa di vita nel nostro paese. Stefano Mazzuco su Scienzainrete ha analizzato lo scorso dicembre i dati consolidati dei decessi nella prima ondata e - immaginando un simile andamento anche nella seconda - ha previsto una diminuzione dell’aspettativa di vita di 1 anno e mezzo: un evento che non si verifica dalla seconda guerra mondiale.

Anche nel caso dell’Italia - pur ricordando che parliamo di proiezioni e non di dati consolidati come negli Stati Uniti - c’è una differenza, che però è su base regionale e non etnica. Le città e le province più colpite nella prima ondata registrano infatti diminuzioni previste spaventose: a Cremona l’aspettativa di vita nel 2018 era 81,06 anni, nel 2020 di 75,58 anni. E così Bergamo, che nel 2018 registrava un’aspettativa di vita di 81,17 anni e nel 2020 di 76,66 anni. Sul terzo gradino di questo terribile podio si piazza Lodi, che nel 2018 aveva un’aspettativa di vita di 80,67 anni e nel 2020 di 77,07 anni.

Cifre spaventose che sono state purtroppo confermate anche dal neo presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso al Senato: “L’aspettativa di vita a causa della pandemia è diminuita, fino a 4 o 5 anni nelle zone di maggior contagio, 1 anno e mezzo o 2 per tutta la popolazione italiana. Un calo simile non si registrava dai tempi delle guerre mondiali”. 

E’ prevedibile che, quando la pandemia sarà finita, una buona parte di questa diminuzione sarà riassorbita naturalmente. Intanto però il coronavirus continua a portarsi via centinaia di vite ogni giorno: sconfiggere la pandemia è il primo e fondamentale passo per tornare a sperare in un futuro migliore.

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