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Allentare subito le restrizioni per il Covid? Il caso (poco rassicurante) del Portogallo

In Italia da giorni si discute se sia il caso di allentare ulteriormente le restrizioni, tra riapertura dei ristoranti la sera e possibilità di spostarsi tra regioni. Ma il virus circola ancora molto, e abbiamo l’esempio del Portogallo: per Natale ha tolto molti vincoli, e due settimane dopo è stato costretto a un nuovo lockdown nazionale

Ristoranti aperti a cena in zona gialla, spostamenti tra regioni nuovamente consentiti, riapertura di palestre e piscine: da giorni in Italia si discute se sia arrivato il momento di allentare le restrizioni per il contenimento del coronavirus. Il Comitato tecnico scientifico ha dato il via libera a varie riaperture, attese come l’acqua nel deserto dagli italiani provati da un anno di vita messa in congelatore.

La domanda sorge spontanea: è già arrivato il momento di allentare le restrizioni? Oppure, con una campagna vaccinale che stenta a decollare, sarebbe utile stringere i denti ancora per qualche mese?

E’ difficile dare una risposta precisa, ma abbiamo alcuni dati e un esempio a cui poter guardare: il Portogallo. Partiamo dai dati: il virus in Italia circola ancora in modo importante. Nell’ultima settimana si sono registrati in media 11.958 nuovi casi e 394 morti al giorno. Numeri che sicuramente mostrano come la circolazione del coronavirus, sebbene riportata sotto controllo, sia ancora ampia. All’8 febbraio, sono ancora ricoverate in terapia intensiva 2.107 persone e 19.266 in ospedale.

Insomma i numeri invitano ad avere cautela. Sappiamo inoltre, come aveva detto la scorsa estate il direttore aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra, che il coronavirus ha un comportamento simile all’influenza spagnola che diminuiva la circolazione nei mesi caldi per poi riprendere con vigore nei mesi freddi. E sapendo che da qui a giugno con l’arrivo dell’estate il numero dei vaccinati sarà molto più alto di oggi, probabilmente mantenere alcuni divieti ci porterebbe a vivere un’estate più serena.

Ci sono però delle inevitabili considerazioni economiche e sociali da tenere in considerazione: l’economia dell’Italia è stata messa in ginocchio da quasi un anno di chiusure, e il rilancio del paese passa inevitabilmente per le riaperture. E lo stesso discorso si applica alla tenuta psicologica degli italiani, un’emergenza che emergerà in tutta la sua complessità alla fine della pandemia. Un allarme lanciato dalla stessa Oms che ha parlato di “pandemia parallela” dei disturbi mentali causati dal coronavirus, di cui anche noi ci siamo occupati.

Sono proprio queste ragioni ad aver spinto il Portogallo, durante le feste di Natale e Capodanno, ad andare in controtendenza rispetto al resto d’Europa e allentare le restrizioni: dal 23 al 26 dicembre è stato infatti possibile muoversi all’interno del paese, ed è stato consentito incontrare famigliari e amici. Inoltre è stato consentito riunirsi in gruppi fino a 6 persone e il coprifuoco è stato esteso fino alle 2 del mattino. Bar e ristoranti sono rimasti aperti.

Il risultato? Il Portogallo a gennaio è stato letteralmente travolto da una nuova ondata di coronavirus, spinta dalla variante inglese che ha potuto circolare liberamente con scarse restrizioni. E così nel mese di gennaio il paese ha registrato 5.510 morti, contro i 6.972 dell’intero 2020, diventando il paese Ue con il più alto numero di vittime in rapporto alla popolazione. Il numero dei positivi è cresciuto del 242%, portando quasi il 2% della popolazione a essere contemporaneamente malata. E il sistema sanitario del paese è completamente collassato.

Il personale sanitario è stato costretto a decidere chi curare e chi lasciar morire: “Non avrei mai pensato che questo potesse accadere in Portogallo”, ha detto un medico di Lisbona al New York Times. “Abbiamo visto pazienti cercare disperatamente un ospedale che potesse salvarli”. Il paese è arrivato al punto di decretare un nuovo lockdown nazionale a partire da metà gennaio e chiedere l’aiuto ai paesi dell’Unione europea, perché iniziavano a scarseggiare medici e infermieri contagiati anche loro dal virus. 

Dopo aver toccato l’apice della curva il 28 gennaio con 16.432 nuovi casi (per capirci, più di quanti ne conti quotidianamente l’Italia che però ha sei volte più abitanti del Portogallo) adesso la situazione sta tornando sotto controllo. Ieri i nuovi positivi sono stati 3.508 e gli ospedali stanno iniziando a svuotarsi. Lo scenario vissuto dal Portogallo a gennaio è stato però un vero incubo, causato - come detto dallo stesso ministero della Salute - dalla mancanza di restrizioni a Natale. 

Salvare il Natale è stato un grosso errore. Lo sapevamo ma non ci aspettavamo che fosse di questa portata", ha detto Ricardo Mexia, presidente dell'Associazione nazionale dei medici della sanità pubblica del Portogallo. Riaprire con il virus ancora in circolazione si è dunque dimostrato un grave errore, nonostante le condivisibili considerazioni economiche e sociali dietro alla decisione. L’Italia ora sta considerando di seguire una simile strada: siamo davvero sicuri che sia una buona idea?

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