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Selvaggia Lucarelli, sulle colf due pesi due misure: su Fico (in nero) difende e su Boldrini (non in nero) attacca? | VIDEO

Fico colf nero querela

Selvaggia Lucarelli pubblica i racconti di un’ex colf e di un’ex assistente parlamentare contro Laura Boldrini. Stessa carica ma partito diverso: perché nel 2018 se la prese allora con Le Iene per il caso della colf in nero nella casa dove viveva a Napoli Roberto Fico, sollevato da Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, e difese l’esponente Cinque Stelle? Ecco come sono andate le cose, compresa la querela persa da Fico contro di noi

Cambia il presidente della Camera e il partito e cambia anche la posizione di Selvaggia Lucarelli? Il dubbio viene a seguire le prese di posizione della giornalista del Fatto Quotidiano che ha appena attaccato l’ex presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, eletta con Leu e ora nel Pd. Quando invece siamo stati noi a sollevare un caso di lavoro nero per l’attuale Presidente Roberto Fico del M5S, Selvaggia Lucarelli infatti se l’era presa con Le Iene e aveva difeso l’esponente dei Cinque Stelle.

IL CASO BOLDRINI
Andiamo con ordine. Il caso Boldrini è scoppiato per un articolo di Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano che raccoglie i racconti di un’ex colf e un’ex collaboratrice parlamentare che avrebbero detto di essere state “maltrattate e malpagate” da Laura Boldrini. Selvaggia Lucarelli rincara la dose sottolineando come queste accuse arrivino contro un’ex presidente della Camera “che ha impostato la sua politica e la sua comunicazione politica sulla difesa delle donne”. L’ex colf moldava sosterrebbe di aver dovuto dare le dimissioni dopo 8 anni perché le si chiedeva di “lavorare meno ore, ma anche il sabato” e di essere dovuta ricorrere dieci mesi fa al patronato di Roma per cercare di avere dopo 10 mesi  3.000 euro di liquidazione. Anche l’ex collaboratrice parlamentare Roberta direbbe di essersi dimessa, dopo due anni e mezzo a 1.200/1.300 euro al mese: “Facevo anche il suo assistente personale. A maggio, finito il lockdown ho chiesto di rimanere in smart working anche perché ho tre figli. Lei mi ha risposto che durante il lockdown con lo smart working avevo risparmiato. Ho dato le dimissioni sfinita”. Insomma si accusa la Boldrini, che ha smentito parlando di "ricostruzioni non veritiere”, di avere due pesi e due misure: difendere le donne in pubblico e non farlo poi nella vita privata. 

Laura Boldrini ha replicato parlando di "falsità" e "ricostruzioni non veritiere". Sul caso delll'ex assistente parlamentare che vive a Lodi ha detto che dopo il lockdown dell’anno scoro: “Mi ha chiesto di lavorare ancora da casa, perché era insorto un problema con il figlio. Le ho fatto presente che sarebbe stato complicato vista la complessità del lavoro da svolgere. Abbiamo deciso di dividere le nostre strade. Ci siamo salutate con un abbraccio commosso”. Sull’ex colf: “Stiamo trovando un accordo per formalizzare la chiusura del rapporto di lavoro. Purtroppo con un ritardo da me non voluto ma causato da una difficoltà oggettiva a contattare la persona del Caf referente della vicenda. Il punto è che ci sono delle discrepanze da verificare sui saldi finali del Tfr da me già versato per ogni anno di lavoro”. Comunque sembrerebbero contrasti che possono sorgere tra lavoratori e datori di lavoro e in nessun caso si parla di lavoro nero. Vedremo come andrà a finire.

IL CASO FICO
Nell’aprile 2018 vi abbiamo raccontato con Antonino Monteleone e Marco Occhipinti la vicenda della colf in nero Imma o che ha prestato servizio nella casa di Napoli della compagna dell’attuale presidente della Camera Roberto Fico e in cui viveva anche il rappresentante del Movimento 5 Stelle nei giorni della settimana trascorsi nel capoluogo campano. Qui potete rivedere il primo servizio e qui il secondo. Fico aveva definito Imma “una carissima amica” della compagna, confermando che frequentava la casa e sostenendo che le due si aiutavano a vicenda. Imma in persona però, ai nostri microfoni, aveva smentito anche la versione di un aiuto tra vicine di casa, parlando di un lavoro con turni e orario: “da mezzogiorno alle 3 e dalle 6 alle 7 e mezza, dal lunedì al venerdì”, con uno stipendio di 500 euro al mese.

Ma non era la sola a prestare servizio in quella casa, secondo il testimone sentito dalle Iene, e poi anche dalla procura di Napoli. C’era anche Roman, un immigrato ucraino, senza permesso di soggiorno, che non frequentava più la casa da quando Fico era diventato presidente e veniva accompagnato dalla scorta presso l’abitazione in cui viveva quando stava a Napoli. Il presidente della Camera sosteneva di averlo conosciuto alla fermata dell’autobus e che per lui ha fatto un atto di “beneficenza”. In cambio Roman si sarebbe sdebitato “facendo dei lavoretti a casa ogni tanto”. L’ammissione era arrivata però dopo le domande a riguardo di Antonino Monteleone, visto che pochi minuti prima lo stesso Fico aveva negato alla Iena che ci fossero collaboratori con situazione contrattuale borderline in quella casa. "Collaboratori domestici no, non ce ne sono collaboratori domestici", aveva risposto alla Iena. Mai stati? "No". Con contratto, senza contratto? "No". E per giustificare queste dichiarazioni aveva chiosato: “Imma è solo un’amica, Roman solo beneficenza”. Poi, andato in onda, il servizio ci aveva querelato

Un anno dopo la magistratura ha dato ragione a noi, come potete vedere nel servizio qui sopra. “La fonte della notizia è risultata qualificata e la ricostruzione della vicenda è apparsa veritiera, in quanto è certamente consentito al giornalista operare accostamenti tra notizie vere...”, scrive il giudice. Nessuna diffamazione quindi e la notizia data da Le Iene era vera. Cosa diceva Selvaggia Lucarelli in quel periodo sul caso di una colf che non aveva nemmeno un regolare contratto come invece nel caso della Boldrini? Se la prendeva con Le Iene e difendeva Fico per le nostre presunte “incongruenze”. Per non esserci rivolti cioè direttamente alla compagna Yvonne, ma a Fico.

A parte il fatto che Yvonne non era e non è un personaggio pubblico, come lo era ed è invece il suo compagno presidente della Camera. A parte il fatto che è stato Fico a ingaggiare direttamente il giovane immigrato Roman, come lui stesso ammise. A parte il fatto che nel caso dell’abitazione dove viveva Fico, quando stava a Napoli, parliamo di persone che hanno prestato servizio totalmente in nero, mentre nel caso di Laura Boldrini i contratti erano registrati. Cambia presidente della Camera e partito di appartenenza e cambia anche la presa di posizione di Selvaggia Lucarelli. Nel caso Fico schierata contro chi ha dato la notizia, nel caso Boldrini a spada tratta contro il politico accusato di predicare bene e razzolare male.

Resta il dubbio: non è che è anche Selvaggia Lucarelli ad avere due pesi e due misure quando si parla di lavoro nero e politici? Se sono dei Cinque Stelle, come Fico vanno difesi i politici (anche se non c’è nemmeno un contratto), mentre se sono di un altro partito vanno difese le colf?

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