Torture in carcere, condannati 10 agenti di San Gimignano | VIDEO
Dieci agenti del carcere di San Gimignano sono stati appena condannati per tortura e lesioni aggravate. Con Matteo Viviani ci siamo occupati delle violenze in cella parlando con un detenuto che sostiene di averle subìte a Parma
Dieci agenti del carcere di San Gimignano (Siena) condannati per tortura e lesioni aggravate: si conclude così il processo per chi ha optato per il rito abbreviato. Inizierà invece a maggio quello che vede accusate altre cinque guardie penitenziarie.
Avrebbero picchiato e umiliato un detenuto tunisino costretto anche ad abbassarsi i pantaloni mentre veniva insultato con frasi razziste. L'inchiesta della procura di Siena era partita dalla denuncia di un’operatrice e dai racconti di altri carcerati. Per la vittima che non ha mai presentato denuncia è stato stabilito un risarcimento di 80mila euro. La violenza sarebbe avvenuta durante un trasferimento: l'uomo sarebbe stato picchiato con calci e pugni, poi sarebbe stato lasciato da solo in una cella.
Di violenze in carcere vi abbiamo parlato con Matteo Viviani ascoltando gli audio di Rachid Assarag, detenuto marocchino nel carcere di Parma, che dice di aver subìto botte e soprusi. Li ha registrato con il suo telefonino, come racconta alla Iena nel servizio che potete vedere qui sopra.
Da quegli audio emergerebbe in particolare un episodio che sarebbe avvenuto il 14 febbraio 2011. Rachid ancora una volta registra i lamenti disperati di un detenuto che si sta sentendo male in cella. “Si ingoiava la lingua”, sostiene. “Ho chiamato la guardia e ho detto di chiamare un dottore ma mi ha risposto di no, che stava bene”. Una risposta che gli sarebbe stata data anche dall’agente che dà il cambio al collega. Passano ore e anche il secondo agente, racconta ancora Rachid, smonta di turno mentre il medico continua a non essere avvisato. Arriva la terza guardia e Rachid insiste ma anche quest’ultima non avrebbe fatto nulla.
Al mattino il detenuto muore. Quando Rachid chiede spiegazioni all’ultimo agente di custodia, dicendogli che un suo intervento avrebbe potuto salvarlo, lui avrebbe risposto: “Pesa cinquanta chili la cornetta. Ci vuole troppo tempo, io non avevo voglia di lavorare, mettila così”. E non sarebbe il solo episodio che darebbe contorni inquietanti a quanto avverrebbe in alcune carceri italiane: qualche mese fa è arrivata una nuova segnalazione di presunte violenze che sarebbero avvenute nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere a Caserta (qui il video).