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Ex detenuto mostra i lividi del “pestaggio” che sostiene essere avvenuto in carcere | VIDEO

Spunta una nuova segnalazione di violenze che, secondo la versione di chi ci scrive, sarebbero avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a Caserta. A parlare è un uomo che dice di essere un detenuto uscito ieri dal carcere: “300 poliziotti della penitenziaria ci hanno massacrato di botte”. Il Dap nega ogni violenza

“Cazzotti, schiaffi, le guardie con scudi e manganelli ci hanno gonfiato di botte”. Quest'uomo dice di essere un ex detenuto uscito ieri dal carcere di Santa Maria Capua Vetere. Nel video qui sopra racconta di essere stato picchiato dagli agenti della polizia penitenziaria assieme agli altri detenuti e ci mostra i lividi del presunto pestaggio (il tutto ovviamente secondo la sua versione): “Io non ce la faccio più, sono stato danneggiato psicologicamente e fisicamente. Chiedo un aiuto per tutti i miei amici che sono rimasti lì”.

I pestaggi, stando al suo racconto, sarebbero avvenuti dopo che il magistrato del tribunale di sorveglianza aveva fatto visita al carcere per accertare che non ci fossero state rivolte. “Dopo che se n’era andato, alle tre del pomeriggio sono venuti 300 poliziotti della penitenziaria e ci hanno massacrato di botte”.

Purtroppo, non è la prima denuncia che ci arriva da quel carcere. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato l’audio di un detenuto (così si definiva l'uomo nell'audio) che raccontava uno scenario molto simile: “Ci hanno massacrato di botte, a tutti quanti”. E questa si va a sommare alle tante segnalazioni che continuiamo a ricevere in queste ore da persone che dicono di essere dei familiari dei detenuti, che indicano tutte un pestaggio da parte degli agenti.

L'ufficio stampa del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria nega categoricamente questa possibilità: “Gli agenti della polizia penitenziaria non sono armati e in caso di agitazione dei detenuti l’ordine è quello di contenere, questo non prevede mai in alcun caso la violenza”. Intanto nelle carceri italiane si estende il contagio del coronavirus. Secondo l’ufficio stampa del ministero della Giustizia sono 58 i detenuti che attualmente risultano positivi. Undici di loro sono ricoverati presso strutture ospedaliere esterne. Ad aprile due detenuti sono morti a causa del coronavirus, il primo scontava la pena alla Dozza di Bologna mentre il secondo nel carcere di Voghera.

Tra gli agenti della polizia penitenziari il bilancio dei contagi arriva a 178. Di questi 18 sono ricoverati presso strutture ospedaliere, una ventina in quarantena in caserma e il resto in isolamento presso il proprio domicilio. Per combattere il sovraffollamento delle carceri e limitare la diffusione del virus sono in arrivo 4700 braccialetti elettronici. I dispositivi saranno destinati a chi deve scontare una pena residua tra i 7 e i 18 mesi.

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