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Seconda tappa dell'inchiesta di Gaetano Pecoraro sull'Asl di Caserta. Tra dirigenti in sostituzione permanente, ospedali fantasma, sporcizia e Tac troppo vecchie per rilevare un tumore

Continua l’inchiesta di Gaetano Pecoraro sull’Asl di Caserta. Una settimana fa vi abbiamo raccontato la storia del chirurgo Nazario Di Cicco, umanamente distrutto, per aver denunciato 18 anni fa la malasanità nell’Asl di Caserta e in particolare nell’ospedale di Aversa. Siamo andati a parlare con il direttore di un’Asl nei cui ospedali si trovano formiche nei bagni e topi morti. Per lui la situazione non era problematica per una Paese civile.

In questa settimana ci sono arrivati un sacco di filmati che sembrano raccontare il contrario, tra montagne di immondizia e macchinari abbandonati. Gaetano Pecoraro è tornato nel Casertano, partendo da Sessa Aurunca: Tac troppo vecchie e inutilizzabili, sale operatorie nuove ma fuori norma e trasformate in deposito. A Santa Maria Capua Vetere? Nella sala operatoria piove. A Maddaloni entriamo in un ospedale fantasma.

Siamo andati a vedere le qualifiche necessarie per i dirigenti e primari, con tantissime, troppe sostituzioni “permanenti” che da 6 mesi diventano di anni. Tutto questo sfacelo sanitario vede l’Asl di Caserta in testa in Italia nella triste classifica delle morti evitabili nella sanità

Per capire meglio ci siamo rivolgersi al governatore della Campania e commissario alla Sanità, Vincenzo De Luca, che non ha preso benissimo la visita di Gaetano Pecoraro.

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