Ludopatia: "Mi sono giocato la pensione di mio figlio autistico" | VIDEO
In Italia i ludopatici sono circa 790mila. Tra questi c'è Giovanni, coraggioso padre di famiglia casertano che ha deciso di metterci la faccia e chiedere aiuto
I ludopatici in Italia sarebbero, stando a un’inchiesta del giornale L’Espresso, circa 790.000, almeno il 50% dei quali disoccupati. Ma a rischio grave di sviluppare una vera e propria dipendenza patologica sono molti di più: ben 1.750.000 persone.
Un dramma enorme che è anche un peso economico per le casse dello stato, che in cure per alleviare e combattere questa “droga” moderna spende una media di 38mila euro a persona.
E uno di questi “drogati” è Giovanni, un giovane padre di famiglia casertano che ha trovato il coraggio di metterci la faccia e che ci manda l'appello disperato che potete ascoltare sopra. “Sono arrivato a fare cose spregevoli fino a spendere alle macchinette la pensione di mio figlio, che è affetto da autismo”, spiega Giovanni, che oggi lavora nell'impresa edilizia di famiglia.
"Non saprei dire di preciso quanti soldi ho buttato, ma credo di aver superato abbondantemente i 70.000 euro", racconta Giovanni. "A volte passavo anche tutta la giornata davanti alle slot".
Una piaga che ormai dilaga ovunque, tanto nei bar sotto casa e nelle sale giochi quanto on line, e naturalmente nei circuiti del gioco d’azzardo illegale (quello gestito direttamente dalla malavita). Il risultato? Famiglie sfasciate, stipendi o misere pensioni bruciate nell’arco di una giornata. E, sempre più spesso, suicidi da parte di chi sente di non poterne più uscire.
Una vera e propria emergenza, di cui anche Le Iene più volte si sono occupate, andando a dimostrare con questo servizio di Nadia Toffa che alla fine non solo non si vince mai davvero, ma che c’è anche chi si è organizzato per sbancare le macchinette poco prima che diano le vincite (un’attività naturalmente illegale, spesso gestita in accordo con i proprietari delle stesse concessioni delle macchinette mangiasoldi).
“Ho provato più volte a smettere, credevo di esserci riuscito ma ci sono ricaduto – spiega ancora Francesco -. Ora sto per intraprendere un nuovo percorso, e spero davvero che sia la volta buona”. E i primi a sperarlo sono, naturalmente, i suoi due bimbi e la giovane moglie. E tutte le altre famiglie di chi è affetto da questa malattia, che combattono silenziosamente, ogni giorno, la guerra alla ludopatia.