Mare inquinato, liquami a Ardea e Pomezia: la nostra inchiesta
Un’ordinanza temporanea vieta di fare il bagno nelle acque del litorale sud di Roma per un presunto scarico di liquami-fanghi dai fossi dell’Incastro e di Rio Torto. Noi delle Iene ci siamo occupati del tema dell'inquinamento del mare con un servizio di Andrea Agresti
“Mostriamo a tutta Italia la vergogna del mare di Ardea e Pomezia”. Così, con una foto pubblicata su Twitter, che vedete qui sopra, i bagnanti del litorale sud di Roma denunciano lo stato delle acque nel mare di Ardea e Pomezia. Un’ordinanza temporanea ha vietato la balneazione nei due comuni, in seguito all’allarme da parte della Capitaneria di Porto.
“A seguito di un presunto scarico di liquami non meglio identificati nei canali di “Rio Torto” ed “Incastro” nel comune di Ardea, si è verificato il cambiamento di colore dell’acqua di mare lungo gli specchi acquei ricadenti nei comuni di Ardea e Pomezia”, fa sapere il Comune di Pomezia. “I depuratori non hanno manifestato malfunzionamenti, pertanto la Capitaneria di Porto e l’Arpa sono sul posto per verificare quanto accaduto e lo stato dei luoghi”.
La foce del Rio Torto è uno dei punti giudicati più inquinati dal recente monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente, che ha presentato un bilancio critico dell’inquinamento dei nostri mari: vicino a foci e porti a rischio, la metà delle acque risulta inquinata.
Il 48% dei 261 punti esaminati in aree a rischio, come appunto foci e porti, nelle 15 regioni costiere, è risultato fuori dai limiti di legge (l’8% in più del 2017): il 39% "fortemente inquinato" e il 9% "inquinato". La colpa è da attribuire alla cattiva depurazione delle acque che finiscono in mare (clicca qui per la mappa nel dettaglio di Goletta Verde). I parametri indagati sono microbiologici, ovvero si cercano tracce di Enterococchi intestinali e Escherichia coli, collegabili soprattutto alle fogne. Su 78 spiagge monitorate inoltre sono stati trovati in media 620 rifiuti ogni 100 metri.
A fine luglio noi de Le Iene siamo tornati proprio su questo tema. Dopo tre anni, infatti, sono arrivati 14 indagati e sequestri nelle città di Pescara per il caso delle feci delle fogne finite in mare, di cui abbiamo parlato in un servizio di Andrea Agresti dell’11 ottobre 2016, che provocarono gastroenteriti e infiammazioni alla pelle e agli organi interni dei bagnanti, tra cui molti bambini.
“Si è rotta la fognatura e le feci, per l’equivalente di quante ne potrebbero contenere 30 piscine olimpioniche, sono andate a finire direttamente nel fiume e dopo un chilometro in mare”, raccontava Augusto De Sanctis, del Forum Movimenti Acqua Abruzzo. I cittadini non sono stati avvertiti e la nostra Iena è andata a intervistare chi si è ammalato e chi avrebbe dovuto occuparsi dell’emergenza, sindaco compreso.
Guarda qui sotto il servizio “Tutti al mare… e poi in ospedale”.