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Caccia alla volpe in tana in Emilia-Romagna: vincono gli animalisti

La regione Emilia-Romagna ha rivisto le modalità della caccia alla volpe in tana limitandola alla sola condizione di salvaguardia della popolazione. E’ una prima vittoria per arginare il fenomeno del bracconaggio di cui anche noi de Le Iene ci siamo occupati partendo proprio da questa pratica crudele

L’Emilia-Romagna torna sui suoi passi per la caccia alla volpe in tana. Anche noi de Le Iene ci siamo occupati di questa pratica che rasenta il sadismo. Una guardia ittico-venatoria, cioè un volontario della tutela degli animali, ci aveva parlato di come avviene la cattura della volpe. Un vero e proprio combattimento tra animali. A volte, anche con l’uso di cani. Un gioco al massacro tra animali, dietro cui il più delle volte c’è l’ombra del bracconaggio, come potete vedere nell’intervista che vi riproponiamo qui sopra.

Con una seduta della giunta la Regione Emilia-Romagna ha rivisto le modalità del piano di controllo per i prossimi cinque anni. Un piano che regola l’attività venatoria e autorizza l’uccisione delle volpi. Nelle scorse settimane gli animalisti si sono mobilitati e ora grazie all’impegno di associazioni, Regione e Polizia provinciale è stata trovata la quadra.

“Abbiamo trovato l’equilibrio per limitare gli interventi in tana ai soli argini dei fiumi e su indicazioni e richieste precise della Protezione civile e delle Prefetture”, spiegano dalla Regione Emilia-Romagna. “Si potrà catturare la volpe solo nel caso di salvaguardia idraulica e della popolazione”. In ogni caso gli eventuali interventi saranno attuati dalla Polizia provinciale.  

Noi de Le Iene ci siamo occupati di questa pratica attraverso l’esperienza di una guardia volontaria. “La caccia alla volpe è lecita in determinati momenti dell’anno, quella che avviene tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate non lo è affatto”, ci ha detto. “È la modalità più cruenta perché c’è un combattimento tra animali che è vietato dal codice penale”. I cani vengono mandati nei cunicoli sotterranei, la volpe tende a fuggire all’esterno dove ad attenderla ci sono i cacciatori. Solitamente è proprio il cane a portare la volpe fuori dalla tana trascinandola per la coda. Così non ha proprio via di scampo.

Morire per una fucilata o sbranati da un branco di cani non è la stessa cosa”, spiega la guardia venatoria. “Anche perché vengono aizzati in maniera furibonda verso gli animali”.

Intanto a fine maggio le associazioni Lac, Lega per l'abolizione della caccia, e Rifugio Miletta hanno richiesto un incontro al ministro dell’ambiente, Sergio Costa. “Vogliamo consegnargli personalmente le 165mila firme con cui chiediamo di bandire la caccia in tana e discutere insieme un'ordinanza ministeriale che potrebbe immediatamente impedire alle regioni di autorizzarla”, spiegano gli animalisti. “Le conseguenze della caccia in tana sono già vietate dalle leggi vigenti, ciò nonostante le Regioni la autorizzano ugualmente”.

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