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Cittadinanza italiana ad Adam e Ramy, eroi del bus. “Ora il sogno è incontrare il Papa”

Il Consiglio dei ministri ha concesso la cittadinanza ad Adam e Ramy, i due ragazzini eroi sequestrati lo scorso 20 marzo assieme a una cinquantina di compagni su un autobus a San Donato Milanese. L’autista Ousseynou Sy ora dovrà rispondere anche di traumi emotivi causati ad alcuni di loro. Alice Martinelli ha ricostruito con loro quella terribile mattinata

Adam e Ramy riceveranno la cittadinanza italiana. Sono i due ragazzini che lo scorso 20 marzo hanno salvato i compagni a bordo dell’autobus sequestrato a San Donato Milanese, in provincia di Milano. Anche noi de Le Iene con Alice Martinelli, come potete vedere nel servizio qui sopra, ci siamo occupati della vicenda ascoltando alcuni di quei 51 studenti che si sono ritrovati in quell’inferno.

Ieri il Consiglio dei ministri ha concesso ad Adam e Ramy la cittadinanza per meriti speciali. “I giovani hanno reso eminenti servizi al nostro Paese”, ha detto Matteo Salvini. In questi giorni, Ramy si trova in Egitto, il paese originario della sua famiglia. Anche qui vogliono rendergli omaggio.

Ero sicuro che ci avrebbero dato la cittadinanza. Io e Adam abbiamo reso un servizio un po’ eccezionale all’Italia”, commenta. Questo per lui è il secondo desiderio che si realizza nel giro di un mese. Il primo è stato incontrare il suo idolo calcistico Paulo Dybala all’Allianz Stadium di Torino, e insieme hanno guardato dalla tribuna il derby Juve Torino.

Questa storia inizia il 20 marzo quando Ousseynou Sy dirotta uno scuolabus con dentro 51 ragazzi delle medie, due insegnanti e un collaboratore scolastico. Voleva fare un’azione dimostrativa che avesse un impatto internazionale per protestare contro le morti dei migranti nel Mediterraneo.

Sy era l’autista che doveva portare i bambini dalla scuola alla palestra. Durante il tragitto però ferma il mezzo e annuncia che andranno all’aeroporto di Linate. Prima che i passeggeri capiscano cosa sta succedendo, lui cosparge l’autobus di benzina e minaccia di uccidere tutti, raccontano gli ostaggi. Ai professori dà il compito di legare le mani dei bambini con delle fascette di plastica e di ritirare i cellulari.

Per fortuna i professori mettono subito in atto un piano. Come richiesto, stringono le fascette ai ragazzi seduti davanti, quelli che Sy riesce a vedere e controllare dalla sua posizione, ma lasciano larghe quelle dei ragazzi seduti nelle ultime file. Ramy, uno degli studenti delle ultime file, invece di consegnare il cellulare lo nasconde nella giacca. Quando l’autobus riparte e Sy è distratto dalla guida, da quel cellulare parte la chiamata al 112.

Grazie a questo gesto eroico tutti i passeggeri vengono messi in salvo e Sy viene arrestato. Oltre alla strage aggravata da finalità terroristiche, sequestro di persona, incendio e resistenza, per Sy si aggiunge anche l’accusa di traumi emotivi causati a 17 bambini. Alice Martinelli ha incontrato alcuni di quei ragazzi che ci raccontano come sono andate le cose e quello che hanno provato. Assieme a loro riusciamo a trovare Guglielmo, il ragazzo che ha gridato “ti amo” fuggendo dal pullman in fiamme. Quando lo incontriamo ci svela cosa voleva dire quella frase: “Era rivolta al Signore, sul pullman eravamo tutti disperati e anch’io ho voluto fare la mia preghiera. Quando siamo riusciti a salvarci mi è sembrato che si fosse avverata quindi ho voluto ringraziare Dio e ho urlato “Dio ti amo”.

Per Ramy ora c’è un altro desiderio: incontrare Papa Francesco. “Io sono musulmano praticante, nessuno meglio di lui potrebbe spiegarmi che cosa è la religione cristiana”.

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