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Condannato Domenico Assinnata, il boss dell' “inchino” a Paternò | VIDEO

Il boss è stato condannato a 20 anni reclusione per associazione mafiosa ed estorsioni. Era divenuto noto dopo il caso dell’inchino durante una processione. Noi de Le Iene lo avevamo incontrato con Giulio Golia

Domenico Assinnata è stato condannato a 20 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsioni. Il boss pentito, che poi ha ritrattato la sua decisione di collaborare, è figlio del capomafia Salvatore. Con lui, come riportano alcuni media locali, sono stati condannati altre sette imputati che hanno fatto accesso al processo col rito abbreviato

Domenico Assinnata è finito al centro dell'attenzione perché durante i festeggiamenti patronali del 2 dicembre 2015 ci fu un “inchino” durante una processione, dinanzi all'abitazione di suo padre, a cui ha assistito: nell’occasione fu anche suonata la musica de Il Padrino.

Noi de Le Iene ci siamo occupati di questo caso con Giulio Golia, nel servizio che potete vedere qui sopra. A Paternò, in provincia di Catania, la Iena è andata ad assistere alla festa di Santa Barbara, dove ha registrato molte persone che si sono dissociate da quel gesto. Due confraternite, quella dei fruttivendoli e quella dei dipendenti comunali, non hanno potuto sfilare per decisione del Questore dopo i fatti contestati dell’inchino.

Giulio Golia è andato a parlare con Domenico Assinnata, che non sembrava per nulla felice dell’attenzione mediatica che ne è derivata. Lui e il fratello, minorenne, hanno anche raccontato che durante l’inchino erano presenti i vigili urbani e che non avrebbero detto assolutamente niente.

La Iena allora è andata a parlare con il comandante dei vigili urbani del Comune, che però ha detto che gli agenti il giorno dell’inchino erano impegnati in altri servizi.

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