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Hiv, test ai minorenni: la ministra Grillo e la legge da cambiare | VIDEO

La ministra della Salute Giulia Grillo è favorevole a cambiare la legge per l’accesso al test dell’Hiv. I minori di 18 anni lo possono fare solo se accompagnati dai genitori e questo può essere un limite per avere eventuali diagnosi precoci come ci spiega la nostra Nadia Toffa

La ministra della Salute Giulia Grillo dice a Le Iene di essere favorevole a cambiare la Legge per consentire il test dell’Hiv anche ai minorenni. Al momento gli under 18 lo possono fare solo se accompagnati dai genitori. E questo non aiuta un’eventuale diagnosi precoce.

“Ho incontrato le associazioni che si occupano di Hiv e abbiamo parlato della lettera inviata al Garante per l’infanzia e l’adolescenza nella quale il mio ministero chiedeva la possibilità che i minorenni potessero fare il test senza il permesso dei genitori”, dice Giulia Grillo a Nadia Toffa. “Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha risposto positivamente alla mia lettera di rendere libero il test”.

Nel nostro Paese ci sono oltre 140mila persone sieropositive con un incremento nell’età giovanile. Solo nel 2017, ci sono stati 77 nuovi casi tra i 15-19enni. “Dati recenti dicono che un sieropositivo su quattro non sa di esserlo”, spiega Vania Giacomet, infettivologa pediatrica dell’ospedale Sacco di Milano. Di sicuro l’accesso al test ai minorenni solo se accompagnati dai genitori non aiuta un’eventuale diagnosi precoce. “Chi assume la terapia antiretrovirale non può trasmettere l’Hiv neanche attraverso il contatto con il sangue”, ricorda Massimo Oldrini della Lega italiana lotta all’Aids.

Mandiamo un nostro complice che dirà di avere 16 anni a fare un giro negli ospedali: tutti confermano che per poterlo fare è necessaria la presenza di mamma o papà. “Pensare che a quell’età si rivolgano ai genitori non è realistico”, commenta Oldrini.

“Dati recenti dicono che uno sieropositivo su quattro non sa di esserlo”, spiega Vania Giacomet. “Questa infezione viene riconosciuta a 22 anni, quando invece può succedere prima”. Colpa anche delle diagnosi tardive e dell’impossibilità di fare il test anche da soli. “Chi assume la terapia antiretrovirale non può trasmettere l’Hiv neanche attraverso il contatto con il sangue”, ricorda Oldrini. Se tutti i sieropositivi sapessero di esserlo e prendessero regolarmente i farmaci, nessuno verrebbe più contagiato.

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