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Sciopero per il clima, il governo giustifica gli studenti ma finanzia chi inquina

Oggi la protesta di oltre un milione di ragazzi italiani. Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha invitato a “considerare giustificate” le loro assenze. Restano però le sovvenzioni statali alle attività dannose per il clima: un decreto cercava di eliminarne alcune, poche, è stato bloccato pure quello

È possibile spingere gli studenti a protestare per il clima e contemporaneamente aiutare le aziende che il clima fanno di tutto per distruggerlo? A quanto pare sì, proprio in Italia, dove il ministro dell’Istruzione invita i presidi a giustificare le assenze di chi sciopera oggi per l’ambiente mentre vengono garantiti quasi 20 miliardi di aiuti fiscali ad attività che hanno un impatto negativo sul clima.

“Bisogna considerare giustificate le assenze degli studenti per questa mobilitazione globale”, ha detto il ministro Lorenzo Fioramonti. Una dichiarazione che ha fatto il giro del mondo, finendo su giornali internazionale come il Guardian. E oggi sono tantissimi a scendere in piazza per chiedere interventi seri, efficaci e immediati per invertire la rotta che ci sta portando al disastro. Quasi 200 città sono invase da un milione di ragazzi che al grido di “Ci avete rotto il clima!” cercano di svegliare la politica dal torpore. E sfortunatamente hanno tutte le ragioni per protestare.

Mentre invita a scendere in piazza il governo sembra ancora paralizzato nella lotta per la tutela dell’ambiente. La promessa era chiara: daremo meno soldi a chi inquina. Nessun impegno trascendentale, sia chiaro, ma il taglio del 10% degli aiuti fiscali dannosi sembrava finalmente un piccolo passo nella giusta direzione. Eppure il cosiddetto “Decreto clima” sembra bloccato, vittima di interessi contrapposti e scarsa determinazione della politica.

“Secondo me, con un po' di fortuna, il tre ottobre ce la facciamo”, è l’ultimo auspicio del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ma se riguardiamo bene i dati, è evidente che la fortuna c’entra poco o niente: in totale sono 161 gli aiuti fiscali che hanno un effetto sull’ambiente, per un valore di 41 miliardi di euro. Di questi solo 15,2 miliardi vanno a favore di attività “green”, mentre 19,3 sono destinati a sussidi dannosi. I restanti 6,6 sono invece considerati di impatto “incerto”. Noi scegliamo di finanziare chi inquina, non si tratta di fortuna o sfortuna.

Alcuni di questi incentivi, come vi abbiamo raccontato, sembrano assurdi: 500 milioni sono destinati ai fertilizzanti, senza prevedere l’obbligo che siano privi di pesticidi pericolosi. Altri 700 milioni vanno in sgravi per l’utilizzo dell’acqua, che disincentivano al risparmio delle risorse idriche. Quasi 100 milioni sono infine destinati agli allevamenti che hanno un impatto negativo sul clima: quelli di bovini producono infatti emissioni di metano che sono molto inquinanti.

Intendiamoci, la colpa non è solo di questo governo: la situazione è questa da tempo. Eppure si spera che dopo tante promesse qualcosa finalmente si muova, perché il tempo è già scaduto. Ce lo ha confermato il ricercatore Fabrizio De Blasi parlando dei ghiacciai delle Alpi. La metà sono già spacciati: entro il 2050 si saranno sciolti. L’altra metà si potrebbe salvare, dipende da cosa decidiamo di fare. Gli studenti hanno parlato chiaro, la politica li seguirà?

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