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Come è morta davvero l'agente Sissy? La polizia ora indaga

La polizia penitenziaria apre indagini interne per fare luce sulla morte dell'agente Sissy Trovato Mazza. L'ipotesi del suicidio lascia aperti infatti troppi dubbi, come vi abbiamo raccontato dieci giorni fa con il servizio di Nina Palmieri che aveva ricostruito le sue ultime ore prima che un proiettile la colpisse alla testa

Il caso di riapre, dieci giorni dopo il servizio di Nina Palmieri. L’amministrazione penitenziaria apre, su incarico del pm, le indagini interne sulla morte dell’agente Sissy Trovato Mazza. La magistratura l’aveva già archiviata come suicidio: ora verranno approfondite le segnalazioni che Sissy aveva fatto ai superiori, causa secondo la famiglia della sua uccisione.

A pochi giorni dal funerale della figlia, il padre ha trovato infatti una lettera di Sissy che potrebbe aiutare a fare chiarezza. “Sono stata avvicinata da molte detenute che hanno raccontato fatti gravi che riguardano le mie colleghe”, scriveva la ragazza  alla direttrice del carcere di Venezia.

Sissy è morta sabato 12 gennaio a 28 anni, dopo due di coma. La pistola che ha sparato il 1° novembre 2016 è la sua. I genitori non credono però al suicidio perché nella ricostruzione di quel giorno fatale, fatta anche grazie le telecamere di video sorveglianza dell’ospedale, molte cose non tornano. Nina Palmieri li ha incontrati.

Nel servizio che vi riproponiamo in fondo a questo articolo, abbiamo raccolto i troppi dubbi ancora aperti. Perché Sissy quella mattina ha chiesto alla fidanzata di ricaricarle il credito del telefono, se voleva suicidarsi? Perché, soprattutto, quel telefono è stato trovato nel suo armadietto in carcere e non accanto al suo corpo all’Ospedale Civico di Venezia, dove si trovava per controllare una carcerata? Perché nel video delle telecamere di sorveglianza sembra che lei invece lo stia usando per telefonare? Perché gli inquirenti non hanno chiesto le celle di posizionamento del cellulare per chiarire questo dubbio? Perché invece di tornare a casa dopo aver finito il suo turno all’ospedale ha cominciato a girare per i corridoi come se cercasse qualcuno? Perché sulla pistola che ha sparato non ci sono impronte, né sue né di altri? E poi: c’entrano con la sua morte le sue denunce, di poco precedenti su un presunto traffico di droga nella lavanderia e sulle effusioni tra una collega e una detenuta?

Guarda qui sotto il servizio di Nina Palmieri e tutti gli aggiornamenti su Sissy

Sissy e quel suicidio misterioso

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