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Speciale Le Iene su Pantani 3: il dramma a Madonna di Campiglio | VIDEO

Nella terza parte dello Speciale di Alessandro de Giuseppe e Riccardo Festinese “Com’è morto Marco Pantani” vi raccontiamo i misteri dei controlli del sangue a Madonna di Campiglio che fermarono il Pirata e lo fecero precipitare nella depressione, segnando l’inizio della sua fine. Qualcuno alterò i risultati di quell’esame per cacciare Marco da un Giro d’Italia che aveva praticamente già vinto?

Nella prima parte dello speciale vi abbiamo elencato tutti i misteri che avvolgono la morte di Marco Pantani; nella seconda parte vi abbiamo invece raccontato della carriera del Pirata, culminata con i trionfi a Giro e Tour del 1998.

Il 5 giugno del 1999 ha inizio la drammatica parabola discendente di Marco Pantani, culminata 5 anni dopo con il ritrovamento del corpo del Pirata nel residence Le Rose di Rimini. Quel giorno del 1999, dopo la tappa vittoriosa del giro d’Italia a Madonna di Campiglio, mentre aveva un vantaggio mostruoso in classifica generale di 6 minuti sugli altri, Pantani viene fermato perché il tasso del suo ematocrito risulta fuori norma.

Il Pirata non ci sta, e parla subito di complotto. Nei giorni precedenti il Pirata si era fatto portavoce della protesta dei ciclisti, che non accettavano controlli ulteriori e straordinari oltre quelli già stabiliti dall’unione ciclistica. Una protesta collettiva, spiegava il Pirata anche in televisione, che sarebbe stata portata fino al rifiuto dei ciclisti di prendere parte alle prossime tappe.

Proprio sul punto dell’ematocrito alto il massaggiatore e amico Roberto Pregnolato, che dice che “Marco è stato ucciso davvero quella mattina lì”, ha raccontato ad Alessandro De Giuseppe come la sera prima controllò i suoi valori ed erano normali: “È inutile essere ipocriti, in quel periodo ognuno si aiutava, il valore dell’ematocrito era 48”. Il limite consentito era a 50. La mattina dopo, ai controlli del sangue, il suo valore è 53: scatta la sospensione a due tappe dalla fine e il dramma sportivo e umano per Pantani, che si sentì “fucilato in pubblico”, come ricorda ancora Pregnolato.

Sei ore dopo l’esplosione dello scandalo il Pirata rifà le analisi in un laboratorio di Imola e il suo valore è nella norma, a 48, come la sera prima. La cosa strana, riferisce Pregnolato, è che durante una cena, la sera prima di essere travolto dallo scandalo, tra i commensali gira una strana voce: “Sai che domani uno della Mercatone Uno non parte?” Marco Velo, compagno di squadra di Pantani, ricorda: “Si diceva che Pantani non sarebbe partito per ematocrito troppo alto”. Ma come faceva qualcuno a sapere dell’ematocrito alto di Marco se il prelievo fu fatto la mattina del giorno dopo?

All’epoca la camorra gestiva l’enorme flusso di scommesse clandestine, anche sul ciclismo e lo stesso boss Augusto La Torre raccontò: “Con la vittoria di Pantani la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi di lire in scommesse clandestine e si rischiava la bancarotta”. Il famoso criminale Renato Vallanzasca, una settimana prima di Campiglio, mentre si trova in carcere, viene avvicinato da un detenuto napoletano che gli dice di non scommettere sulla vittoria di Pantani. E l’uomo gli fa capire che il vero affare sarebbe stato scommettere su Pantani perdente. Come è possibile che sapessero già quello che sarebbe accaduto?

Un ematologo del San Raffaele, che ha lavorato per anni nell’antidoping, sostiene, analizzando tutti i valori, che le due analisi non tornano. “Il campione di Madonna di Campiglio potrebbe essere stato alterato” dice, e ci spiega come è semplicissimo e veloce farlo, aspirando plasma. Lo stesso medico della squadra aveva detto, durante un’intervista televisiva, che i controlli interni della sera prima avevano dato un esito assolutamente regolare.

Ma c’è ancora una cosa da dire. I controlli antidoping, di cui si sapeva già con larghissimo anticipo, quel mattino sono arrivati con molto ritardo, creando malumori tra gli atleti che volevano fare colazione e prepararsi per la gara. Se Marco avesse avuto la coscienza sporca avrebbe potuto fare colazione e impedire così l’effettuazione del prelievo di sangue. Ma non lo fece. O avrebbe potuto anche abbassarsi da solo il livello dell’ematocrito, assumendo una maggiore quantità di liquidi o facendosi una flebo di soluzione fisiologica. Ma anche questa cosa, Pantani, non la fece.

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