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Senza un braccio per colpa del Talidomide: “Anche io voglio essere risarcito!” | VIDEO

Il farmaco tedesco, dato a mamme e bambini, era un veleno. Oggi l’Italia riconosce il danno solo ai nati tra il ’59 e il ’66. Ma prima che nascesse Giuseppe, nel ’52, era già somministrato

Senza un braccio per colpa di un medicinale, il Talidomide, che sembrava innocuo e invece era veleno.

È la storia di migliaia di persone in tutto il mondo, colpite da uno dei più gravi scandali della medicina moderna.

Una storia che inizia, ufficialmente (ma solo ufficialmente) negli anni ’50, quanto una casa farmaceutica tedesca brevetta un prodotto che avrebbe dovuto avere effetti benefici come farmaco anti-nausea e sedativo.

Il talidomide, forte di un battage pubblicitario senza precedenti, viene distribuito a farmacie e medici di famiglia, e comincia ad essere somministrato in modo massivo.

Un farmaco sicuro (distribuito in quasi 50 paesi), talmente sicuro che ne veniva consigliato l’uso anche ai bambini e alle donne in gravidanza.

Donne come la mamma di Giuseppe, l’uomo che ora ci rivolge l’appello. Giuseppe nasce senza il braccio sinistro, e stranamente l’ostetrica non fa menzione di questa menomazione sul referto. “Forse per evitare che lo stato italiano dovesse risarcire le vittime di questo maledetto farmaco”, spiega Giuseppe.

Un risarcimento che in realtà per alcuni arriva, perché negli anni seguenti (già dal 1959 – 1960) si capisce che il Talidomide è in realtà un farmaco molto dannoso, e viene ritirato (in Germania nel 1961 e in Italia, con molto ritardo, nel 1962). Diventano di dominio pubblico gli effetti terribili del farmaco su molti organi, e in grado di causare appunto focomelia (la malformazione di Giuseppe) ma anche danni alle orecchie, agli occhi, agli organi interni, ai genitali e al cuore.

L’Italia, molto tempo dopo (con la legge 244 del 2007) emana una norma per gli aventi diritto al rimborso. Peccato che questa norma preveda il risarcimento danni solo per quanti hanno assunto il farmaco tra il 1959 e il 1966.

Ma il Talidomide, come conferma la stessa storia di Giuseppe, era già largamente utilizzato prima del ’59. Ora Giuseppe, che non ha ovviamente ottenuto alcun rimborso perché nato nel 1952, cerca di portare avanti una battaglia che non è solo la sua. 


 

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