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Test di medicina, dall'auricolare alle ricerche su Google: tutti i trucchi | VIDEO

Durante i cento minuti del temutissimo test di ingresso alla facoltà di Medicina le parole più cercate su Google sembra che siano termini come “enzimi”, “glucogenesi” e le altre dell’esame. Fabio Agnello ci spiega tutti i trucchi dei furbetti del test

Gli studenti di Medicina di oggi sono i chirurghi, i medici di famiglia, i dottori che ci cureranno domani. Ma siamo sicuri che abbiano seguito la retta via dello studio a partire dall’esame di ingresso alla Facoltà?

Fabio Agnello ci parla dei furbetti del test di Medicina, che attraverso micro auricolari, smartwatch o il classico cellulare si servono di qualche aiutino. Naturalmente portare con sé questi apparecchi è vietato, ma un sacco di ragazzi ci raccontano che i controlli non sono poi così serrati. 

“Ho visto ragazzi usare il telefono”, “alcuni avevano lo smartwatch”, racconta i giovani studenti. Che qualcosa durante i cento minuti del test non vada proprio secondo le regole lo dimostrerebbero anche le ricerche su Google.

Il 4 settembre 2018, spiega l’esperto di motori di ricerca Seo, Roberto Serra, “durante i 100 minuti del test ci sono state tantissime ricerche relative alle parole contenute nel test”. Coincidenza epocale! Le parole cercate su Google erano per esempio “enzima”, “frattale”, “glucogenesi”. Non proprio termini che uno cerca tutti i giorni.

Secondo voi quest’anno è cambiato qualcosa? “Non è cambiato niente”, ci dice l’avvocato Francesco Leone, esperto di ricorsi universitari. “Anche quest’anno le parole chiave del test sono state cercate su Google durante i cento minuti della prova”.

Fabio Agnello ha deciso di provare una delle tecnologie utilizzate da questi furbetti. Si tratta di un minuscolo auricolare abbinato a una finta carta di credito che in realtà funziona a tutti gli effetti come un cellulare. Non resta che far sparire l’auricolare nell’orecchio e inserire la carta in un taschino, usandola come microfono. Ed ecco che arriva l’aiuto da casa!

La Iena decide, con il report sui dati Google in mano, di andare direttamente a parlarne con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Quando gli abbiamo fatto notare i bassi controlli che ci sono per gli studenti che accedono al test ci ha risposto: “Fatemi capire come funzionano queste cose”. In teoria dovrebbe saperlo lui!

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