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Coronavirus in Cina, dopo la fine della quarantena la curva dei contagi torna a salire

Dai dati pubblicati dalla Johns Hopkins University si vede come i numeri dei nuovi malati di coronavirus siano tornati a crescere in Cina. E ancora non si possono misurare gli effetti della riapertura di Wuhan. L’Italia rischia la stessa sorte?

La quarantena della provincia dell’Hubei è finita il 25 marzo e, dopo due settimane, la curva dei contagi della Cina è tornata a salire. Il dato emerge dalle informazioni raccolte dalla Johns Hopinks University, che dall’inizio della pandemia pubblica i numeri aggiornati della crisi del coronavirus.

Come si può vedere nel grafico qui sotto, nel periodo degli ultimi cinque giorni la curva è tornata a salire. Parliamo chiaramente di numeri assoluti molto lontani da quelli che hanno sconvolto la Cina tra gennaio e febbraio, ma l’andamento è significativo: sono bastate due settimane senza quarantena - cioè il tempo massimo di incubazione del virus - per far accelerare di nuovo la pandemia.

Per quanto riguarda la città di Wuhan, che è uscita dalla quarantena l’8 aprile, tra feste e fughe come vi abbiamo raccontato qui, è troppo presto per sapere come questo possa impattare sui contagi: se però il trend sarà lo stesso seguito dalla provincia è realistico immaginare che il numero dei contagi possa tornare a salire ancora di più.

In Italia invece le misure di isolamento sociale sono state prorogate fino al 3 maggio. Sorge però spontanea una domanda: corriamo lo stesso rischio della Cina? E’ ancora troppo presto per dirlo, anche perché il nostro Paese è stato tra i primi a essere duramente colpito dal coronavirus e ci sono pochi altri metri di paragone. Quello che però si può vedere dalle elaborazioni della Johns Hopkins è che la nostra curva dei contagi sta scendendo. Considerando infatti gli ultimi cinque giorni, come fatto per la Cina, il saldo dei nuovi contagi è positivo. Segno che le misure del governo stanno funzionando.

L’Italia è però praticamente l’unico Paese, insieme alla Spagna, in cui i dati stanno migliorando: nel Regno Unito, in Germania, in Francia, in Belgio e in Olanda i dati mostrano ancora una curva crescente dei contagi negli ultimi cinque giorni. Chi se la passa peggio di tutti però sono gli Stati Uniti: con più di mezzo milione di malati e oltre 18mila morti sono diventati rapidamente il Paese più colpito dal coronavirus, e la curva dei contagi non accenna ancora a scendere. 

Una situazione talmente dura da rendere difficile lo smaltimento dei cadaveri da parte degli obitori a New York: come vi abbiamo mostrato i corpi dei morti non reclamati vengono sepolti nel grande cimitero a Hart Island (e non in fosse comuni come erroneamente riportato da diversi media). Scelte comunque dure, che devono far capire a tutti quanto sia importante continuare a rispettare le misure imposte dal governo anche in questo periodo pasquale.

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