Coronavirus, la Germania aveva già simulato la pandemia nel 2012
Il documento dell’Istituto Robert Koch, che nel 2012 simulava l'arrivo di “un coronavirus partito in Asia da animali selvatici e che in Germania, in tre anni, ucciderà 7 milioni di persone”
“Arriverà un virus nato da un agente patogeno, il Modi-Sars, sviluppatosi in Asia negli animali selvatici e che dopo aver fatto il salto di specie aggredirà l’uomo”. Proprio quello che sta accadendo nel mondo da tre mesi con la pandemia da coronavirus: peccato che questa non sia la strana previsione di un qualche affabulatore, ma sia contenuta in documento riservato scritto in Germania nel 2012 e consegnato al Bunderstag (il parlamento tedesco) il 3 gennaio 2013.
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Lo ha scoperto la giornalista tedesca Kristina Dunz, cronista del Rheinische Post. A leggere il documento n° 17/12051, una simulazione redatta dal Robert Koch Institute (un istituto pubblico del ministero della Salute tedesco) per conto del Parlamento di Berlino, vengono letteralmente i brividi.
Il virus, spiega la simulazione, parte da alcuni mercati in Asia saltando dagli animali selvatici all’uomo. Occorrono settimane perché ci si renda conto della pericolosità dell’agente patogeno, che ha un periodo di incubazione dai 2 ai 14 giorni. La trasmissione avviene attraverso goccioline e macchie e i sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, respiro corto, brividi, mal di testa.
Se nei contagiati più giovani il virus passerà abbastanza velocemente, saranno gli anziani a subire le conseguenze più gravi, con una letalità del 50% negli over 65. Una volta arrivato in Germania, il Modi-Sars, che ha una probabilità di verificarsi ogni 100-1000 anni, sconvolgerà letteralmente la vita quotidiana: scuole e negozi chiusi, persone in isolamento e quarantena, restrizioni su viaggi aerei e trasporti.
Il virus asiatico, simile al Corona-Sars, e per il quale non ci sarebbe vaccino, potrebbe durare tre anni e con un tasso di mortalità del 10% porterebbe alla morte almeno 7,5 milioni di tedeschi, anche a causa della carenza di personale medico e cure adeguate. Una morte per contagio che, dal momento del ricovero, arriverebbe in una media di 28 giorni. Le aree principalmente colpite sarebbero l’Asia, il Nord America e l’Europa.
Il Robert Koch Institute, dopo che il documento è stato reso noto dalla giornalista tedesca, si è affrettato a rispondere che “non era una previsione dello sviluppo e degli effetti di un evento pandemico, ma uno scenario massimo innescato da un agente patogeno fittizio”. Di qualunque cosa si sia trattato, è un documento che ricorda molto il coronavirus che sta stravolgendo le nostre vite. A distanza di 7 anni da quando è stato scritto.