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"Il coronavirus è tutto una montatura". Faccia a faccia con i prof italiani "negazionisti" | VIDEO

Tre insegnanti, uno marchigiano e due lucani, hanno espresso sui social opinioni sul Covid-19 tra complottismo e negazionismo.  Alessandro Di Sarno li ha incontrati

Alessandro Di Sarno incontra tre professori che nelle scorse settimane hanno fatto molto parlare di sé. Non per i loro metodi educativi ma per alcune prese di posizione sui social che arriverebbero a parlare della pandemia di Covid-19 come parte di un complotto. Post molto criticati ovviamente, a cui poi si sono aggiunte offese su offese, che hanno amplificato la portata delle polemiche già pesantissime con possibili strascichi sull’attività svolta dai docenti.

Il primo è un professore di matematica di un liceo classico di Jesi, nelle Marche, che in un messaggio mandato agli studenti avrebbe parlato del Covid come di una montatura con l’obiettivo di iniettare con il vaccino nanoparticelle capaci di interagire con i segnali 5G e controllare di fatto la salute delle persone. Per il professore insomma non ci sarebbe nessuna emergenza sanitaria in corso.

L’altra docente è una professoressa di un liceo scientifico di Melfi, in Basilicata, che dopo aver parlato di dittatura e di bavaglio a proposito della mascherina, avrebbe anche offeso una studentessa, dandole della “mezza scema” e “covidiota” e arrivando addirittura ad augurarle il cancro. Un suo collega, in realtà il marito, poi aveva parlato di una “fanta-pandemia”.

Alessandro Di Sarno li ha incontrati e ai suoi microfoni si sono giustificati. Per il professore si sarebbe trattato solo di una provocazione per gli studenti, “per aprire una discussione”, “cose lette su internet”, mentre la docente lucana, che non nega assolutamente l’esistenza del virus, cerca di argomentare la sua posizione. “Gli alunni non sono obbligati a venire a leggere quello che scrivo sul mio profilo. Quello che si sta facendo passare per senso civico è una paura isterica alimentata dai media. Il mio pensiero può essere condiviso o no, io non pretendo che sia condiviso. Ma io sulla mia bacheca posso scrivere quello che è il mo pensiero. Se mi viene impedito di scrivere quello che penso siamo in dittatura, unto e basta. Per me c’è una strumentalizzazione politica di tutta questa vicenda. Si sta facendo terrorismo mediatico criminale terrorizzando la gente”.

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