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Coronavirus, con la nostra stampante 3D maschere da sub salvano i malati | VIDEO

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Anche le maschere da sub, trasformate, possono salvare le persone che combattono contro il coronavirus in terapia intensiva. È l’ultima sfida partita dall’ospedale di Brescia: chiunque può dare il proprio aiuto con una stampante 3D. Come fanno Armando e Andrea

La guerra contro il coronavirus si può combattere anche con le maschere da sub: dopo averle trasformate, possono diventare vitali nei reparti di terapia intensiva. Basta aggiungere una particolare valvola che può essere prodotta da chiunque con una stampante 3D. Armando e Andrea, due ragazzi della provincia di Brescia di 29 e 26 anni, hanno raccolto la sfida mettendo a disposizione il loro laboratorio digitale aperto da neanche un anno.

Siamo a Edolo, nel cuore della Valcamonica. “Sono finite le maschere per l’ossigeno necessarie per i malati in terapia intensiva. I tempi per la loro fornitura sarebbero troppo lunghi”, spiegano a Iene.it i due ragazzi anche con il video che vedete qui sopra. “Così abbiamo accolto l’appello di Isinnova”. L’azienda bresciana ha avuto l’intuizione: trasformare le maschere da sub che sono state offerte da Decathlon in maschere per l’ossigeno: “Per adattarle serve una valvola che può produrre chiunque abbia una stampante 3D. Loro hanno realizzato il brevetto lasciandolo libero per chiunque volesse dare una mano”. Ovviamente tutto è senza scopo di lucro.

Armando e Andrea ci lavorano da domenica scorsa: “L’ospedale di Brescia ha bisogno di 500 maschere. Per realizzare una coppia di valvole impieghiamo 4 ore più i tempi per resettare la stampante”, spiegano. “Con una modifica alla macchina riusciamo a stampare 8 pezzi in contemporanea in 12 ore di produzione”. Il loro lavoro va avanti giorno e notte a ritmi serratissimi: “Anche da casa teniamo tutto sotto controllo. Abbiamo le telecamere per vedere se tutto va bene o se ci sono imprevisti”.

In questi primi giorni hanno prodotto oltre una trentina di valvole che hanno inviato all’ospedale di Brescia, in una provincia dove si contano già 6.200 contagiati e 800 morti.

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