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News | di Giulio Melis |

L'edicolante: “Incontriamoci, ma con la maglietta ‘Odio Napoli' non ti servirò mai” | VIDEO

Dopo avervi mostrato le immagini delle telecamere di sorveglianza e parlato con Marco, il ragazzo che indossava la maglietta “Odio Napoli” ecco su Iene.it, sempre in esclusiva, il racconto di Carlo, l’edicolante napoletano che si è rifiutato di servirlo per quella maglietta razzista

Lo vedo arrivare con questa maglietta ormai famosa, con su scritto ‘Odio Napoli’ e io con tutta la calma e l’educazione gli dico ‘non ti giudico ma mi rifiuto di servirti con questa maglietta, non ce la faccio’. Io sono napoletano ma mi avrebbe dato fastidio anche una maglietta con ‘Odio Varese’ o ‘Odio Venezia’... Lui allora si impunta e mi dice ‘io resto qua’ e così io mi sposto nell’altra cassa. Appena lui capisce che io sono risoluto su questa mia decisione prende gli snack e me li lancia contro. Andando via mi ha insultato, non ricordo esattamente che cosa abbia pronunciato ma un ‘napoletano di merda’ c’era… ”.

A parlare, nel video che vedete qui sopra, è l’edicolante napoletano scontratosi con un ragazzo con addosso la maglietta razzista “Odio Napoli” nella metropolitana milanese alla stazione di Molino Dorino di cui vi abbiamo raccontato ieri in questo articolo. Lo incontriamo dopo avervi mostrato, sempre in esclusiva, le immagini delle telecamere di sorveglianza e aver sentito la versione del ragazzo che Carlo si è rifiutato di servire.

Carlo racconta che quel giovane con mascherina e cappellino da baseball, accompagnato da due fratelli minorenni, non sarebbe nuovo a “gesta” del genere: “Non è la prima volta che viene con una maglietta come questa e già altre volte gli ho detto che io non l’avrei servito. È sempre stato fortunato che eravamo sempre io e il mio collega, e lo serviva lui: questa volta ero da solo e dovevo servirlo io”.

Quando diciamo a Carlo che Marco (questo nome è di fantasia) gli rimprovera di non averlo servito, spiega: “Non lo so se in termini di legge io abbia sbagliato o no, mi sono sentito di fare questa cosa e sinceramente la farò ancora. Ho tantissimi amici milanesi: nel 2020 non possiamo perderci in queste cose, non è possibile che ci siano ancora questi pregiudizi senza nemmeno conoscere le persone. Napoli è piena di brutta gente ma è pienissima di persone perbene e che lavorano tutti i giorni, uguale a Milano”.

Io voglio avere un incontro con questo ragazzo. Per farmi spiegare le sue ragioni e spiegargli perché secondo me non può andare in giro con quella maglietta. Qui c’è un bar, possiamo prendere un caffè o una birra, io non sono cattivo, non picchio”. “Tu puoi anche restare della tua idea”, conclude rivolgendosi direttamente a Marco. “Ma io, se verrai ancora qui con quella maglietta, non ti servirò mai”.

E alla fine c’è anche il tempo per un invito in dialetto napoletano, che tradotto suona così: “Ragazzo, pensa a vivere, e vieni a Napoli che ti facciamo assaggiare una bella sfogliatella”.

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