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Piazza San Carlo, in 9 a processo per la tragedia che causò 1.500 feriti e 2 morti a Torino

Sono imputati a vario titolo per disastro e omicidio colposo. Nove dirigenti e funzionari sono stati rinviati a giudizio per la tragedia di piazza San Carlo a Torino del 3 giugno 2017: oltre 1.500 persone sono rimaste ferite e due donne sono morte. Anche noi de Le Iene abbiamo voluto capire se tutto questo si poteva evitare

Nove persone sono state rinviate a giudizio per la tragedia di piazza San Carlo a Torino. Si tratta di dirigenti e funzionari della prefettura, della questura e del comune: sono imputati a vario titolo di disastro e omicidio colposo della sera del 3 giugno 2017. Le responsabilità ipotizzate saranno dunque oggetto di vaglio nel processo che inizierà il prossimo 25 giugno.

Tra gli imputati ci sono il viceprefetto Roberto Dosio e i dirigenti della questura Michele Mollo e Alberto Bonzano. Ma anche Marco Sgarbi, dirigente della polizia municipale, Paolo Lubbia e Chiara Bobbio, entrambi dirigenti al Comune di Torino, Dario Longhin, funzionario dei Vigili del fuoco, e i componenti della commissione provinciale di vigilanza Franco Negroni e Pasquale Piro. Nel troncone del procedimento che si celebra con il rito abbreviato sono chiamati in causa fra gli altri il sindaco Chiara Appendino e l'allora questore di Torino Angelo Sanna.

A maggio sono stati condannati in primo grado a oltre 10 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i quattro giovani di origine magrebine accusati di aver scatenato il panico in piazza San Carlo. Sono loro che avrebbero spruzzato lo spray al peperoncino per tentare una rapina durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Si è da subito scatenato il panico che ha causato il ferimento di oltre 1.500 persone e la morte in un secondo momento di due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato.

Anche noi de Le Iene con Pablo Trincia abbiamo voluto fare chiarezza su quanto accaduto quella sera. Nel suo servizio che vi riproponiamo qui sopra, siamo partiti da un interrogativo: tutto questo poteva essere evitato?

Il gruppo sarebbe stato incastrato da alcune intercettazioni telefoniche in cui si parlava di una collanina, rubata in piazza San Carlo, del valore di diverse centinaia di euro. La tecnica sarebbe stata già usata già in altre occasioni, proprio in luoghi affollati. Naturalmente questo non basta a spiegare la tragedia. Proprio sugli altri fattori di estremo rischio ci siamo concentrati nel servizio di Pablo Trincia “Cosa fa il terrore del terrorismo”.

A scatenare la reazione della folla è stato infatti il timore di trovarsi in mezzo a un attentato, in un panico collettivo che si è alimentato esponenzialmente. La Iena ha indagato soprattutto sui mancati controlli agli ingressi, la presenza di venditori abusivi di birra (causa di quel “tappeto di vetri” su cui si sono feriti in molti), la mancanza di vie di fuga adeguate e di addetti alla sicurezza sufficienti, il sovraffollamento della piazza in cui si trovavano oltre 30 mila persone, il poco tempo con cui l'evento è stato organizzato.

Dopo oltre 6 mesi di agonia è morta Marisa Amato, la seconda vittima di piazza San Carlo a Torino. La donna era rimasta tetraplegica nell’incidente. “Ho cercato di resistere perché volevo rialzarmi, ma poi non ce l’ho fatta”, ha raccontato la donna a Le Iene da un letto del Cto di Torino. “Mi sono detta ora muoio e mi sono lasciata andare. Da quel momento non mi ricordo più nulla”.

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