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Con il reddito di cittadinanza percepito illegalmente ci finanziavano il terrorismo

La Guardia di Finanza di Bologna ha denunciato due tunisini, che attraverso sistemi di money transfer avrebbero finanziato le attività terroristiche di un connazionale jihadista, pagandolo con parte dei 12mila euro del reddito di cittadinanza percepito illegalmente. E non è la prima volta che questa misura di sostegno al reddito viene usata in modi assai particolari

Mancava solo questo all’elenco dei modi assurdi e illegali per utilizzare il reddito di cittadinanza, tra l’altro percepito illecitamente. Due uomini di origine tunisina sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Bologna, con l’accusa di avere finanziato, con il reddito a cui non avrebbero dovuto avere accesso, un pericoloso “foreign fighter” islamico in Tunisia, ma già segnalato nelle liste anti-terrorismo del Belgio.

Gli inquirenti, analizzando le operazioni finanziarie dei due, in particolare il trasferimento di denaro attraverso sistemi di money transfer, avrebbero accertato che parte dei 12mila euro percepiti illegalmente dichiarando una falsa situazione patrimoniale sarebbe andata a finanziare attività vicine ai gruppi radicali islamici in Tunisia.

I due uomini, che ora tra l’altro dovranno restituire quei 12mila euro, sarebbero anche stati denunciati per aver occupato abusivamente, fin dal 2011, un alloggio di edilizia popolare, al quale non avrebbero avuto alcun diritto.

Qualche settimana fa vi avevamo raccontato dell’operazione antidroga del comando provinciale di Avellino ribattezzata “Delivery”, un blitz che avrebbe accertato una rete di spaccio di droga in cui alcuni clienti avrebbero pagato la merce con il reddito di cittadinanza percepito.

Reddito di cittadinanza finito anche nella vicenda della banda degli “spaccaossa”, un sistema di truffe alle assicurazioni, che vi abbiamo raccontato con Ismaele La Vardera. Le Iene si erano infine chieste quanto questa misura fosse davvero efficace, intervistando diversi giovani come Fabio e Pasquale, che avevate conosciuto nel servizio di Gaetano Pecoraro dell’ottobre 2019. Giovani che percepivano a pieno diritto il reddito di cittadinanza e che ci avevano mostrato la loro voglia di trovare un lavoro. “Aspetto solo di essere messo alla prova”, ci aveva detto Fabio, 25enne diplomato in meccanica, che prendeva 500 euro al mese di reddito di cittadinanza. Mentre Pasquale, laureato in giurisprudenza, percepiva circa 800 euro.

Li avevamo ricontattati a un anno dal servizio e Pasquale ci aveva raccontato: “Ho provato qualche esperienza lavorativa ma non si è consolidata in un contratto stabile. Ora sto mandando tantissimi curriculum ovunque, nei supermercati, nei call center”, con la sua laurea di giurisprudenza in tasca. “Ma per ora nulla. Il prossimo mese non percepirò il reddito perché è previsto un mese di sospensione e per me sarà difficile”. I centri per l’impiego lo hanno aiutato? “No, non mi hanno mai contattato. Il reddito mi è utile perché è un aiuto economico concreto, soprattutto di questi tempi”.

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