Giovanni, rider a 57 anni: “In un giorno anche solo 23 euro, ci vuole la contrattazione” | VIDEO
Vanno avanti le indagini sul caporalato nel mondo dei rider dopo il commissariamento di Uber Italy. Giovanni, rider di 57 anni, ci racconta quel mondo dall’interno
“Per eliminare il caporalato ci vuole una sanatoria di tutti i ragazzi stranieri, che noi da tempo nell’ambiente sapevamo che prendevano 3 euro l’ora”. A parlare è Giovanni Marra, rider di Milano. Giovanni non è uno studente che per guadagnare qualcosa fa consegne nel tempo libero. Giovanni ha 57 anni e quello del food delivery è il suo unico lavoro. “Ormai quello del rider è un lavoro che è diventato primario per tantissima gente. La fascia media va dai 40 ai 65 anni”, dice Giovanni a Iene.it: Aspettando Le Iene intervistato da Giulia Innocenzi.
Proprio in queste settimane i riflettori si sono accesi sul mondo dei rider. Il tribunale di Milano ha infatti disposto il commissariamento di Uber Italy srl, la filiale italiana del gruppo americano. L’accusa è di caporalato per lo sfruttamento dei rider addetti alle consegne di cibo per il servizio Uber Eats. Un rider ha denunciato che la sua paga fosse sempre di 3 euro l’ora indipendentemente dal giorno e dall’ora. E da Milano adesso i riflettori si spostano sui rider di tutto il nostro paese: durante il fine settimana infatti i carabinieri del Comando Tutela Lavoro e di tutti i Comandi provinciali dell'Arma sul territorio nazionale hanno intervistato oltre mille rider, operanti per le principali piattaforme virtuali del food delivery.
“Se eliminiamo il caporalato, le aziende daranno il giusto compenso”, continua Giovanni. “Noi veniamo pagati una miseria. Ieri sera dalle 18:30 alle 22 io ho fatto 3 consegne. Ho preso 23 euro lordi, sono circa 15 euro che ti vengono in tasca”.
Sono molti secondo Giovanni i problemi nel mondo dei rider: “Siamo delle partite iva ma in realtà non siamo per niente autonomi. Non possiamo contrattare. Per Deliveroo se non lavori i sabati e le domeniche cadi come statistica e la settimana dopo puoi lavorare solo per poche ore. Io lavoravo per Deliveroo poi ho smesso. Ora lavoro solo per Just Eat, che è l’unica che mi fa sentire un libero professionista”.
“Noi stiamo chiedendo dei diritti, delle tutele. Bisogna fare una contrattazione e una sanatoria per tutti questi ragazzi. Se eliminiamo completamente il caporalato non abbasseranno più il compenso per le consegne, perché non ci può essere più gente che va a lavorare per niente e quindi le cose andrebbero meglio anche per noi italiani”.