Vittoria dei rider: devono avere gli stessi diritti dei lavoratori subordinati | VIDEO
La Corte di Cassazione ha stabilito che i diritti dei rider dovranno essere equiparati a quelli dei lavoratori subordinati. Ai fattorini della consegna del cibo a domicilio dovranno essere riconosciute così per esempio anche assicurazione, ferie, malattie e maternità. A Stefano Corti e Alessandro Onnis, dopo le gag, hanno raccontato condizioni di lavoro e compensi
Prima vittoria dei rider che verranno considerati come lavoratori subordinati. I ciclofattorini che consegnano il cibo a domicilio avranno diritto a ferie, a malattia e maternità. Lo stabilisce la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di Foodinho (il contenzioso è stato ereditato da Foodora) contro la pronuncia della Corte d’Appello di Torino che un anno fa aveva dato in parte ragione a cinque rider stabilendo che doveva essere applicato applicato loro il trattamento retributivo dei lavoratori dipendenti della logistica. Per questa sentenza, i ragazzi che consegnano il cibo a domicilio rimanevano una terza categoria tra lavoro autonomo e subordinato. La Cassazione, invece, ha chiarito ora che “ciò che conta è che in una terra di mezzo dai confini labili, l’ordinamento ha statuito espressamente l’applicazione delle norme sul lavoro subordinato”.
Una buona notizia per le migliaia di rider che lavorano nelle nostre città. “Viene finalmente sconfitto l'oltranzismo delle aziende che vorrebbero far credere ai rider di essere imprenditori di sé stessi e delle proprie miserie”, commentano sulla pagina Facebook Deliverance Milano. Le novità però finiscono qui. “Dal primo febbraio tutti i fattorini avranno obbligatoriamente diritto all'assicurazione Inail, una storica rivendicazione di tutto il movimento dei rider che rende giustizia ai tanti colleghi morti e infortunati sul lavoro senza avere uno straccio di tutela assicurativa”, spiegano. “Ora serve un accordo collettivo perché questi avanzamenti rischiano di essere minati dall'abuso dei contratti di prestazione autonoma occasionale, vere e proprie armi nelle mani delle aziende per eludere le leggi e calpestare i diritti dei lavoratori, scaricando su di loro rischio e responsabilità di impresa”.
Con Stefano Corti e Alessandro Onnis abbiamo incontrato alcuni rider, nel servizio che potete vedere sopra. Dopo le gag e gli scherzi iniziali, ci hanno raccontato di essere un popolo di oltre 150mila persone assunte come collaboratori con contratto occasionale. La paga è a consegna e può essere 5 euro lordi o 3 euro e 63 centesimi a chilometro in linea d’area. Un rider, dicono, guadagna circa 8 euro l’ora, per una media di 64 euro al giorno.