L'Onu chiede di mettere al bando i “mercati umidi” | VIDEO
Il responsabile per la Biodiversità delle Nazioni Unite, Elizabeth Maruma Mrema ha chiesto di mettere al bando i "mercati umidi" in tutto il mondo. Qualche giorno fa Shenzen ha vietato dal primo maggio il consumo alimentare di carne di cane e gatto: “Le nazioni sviluppate vietano di mangiarli”. Chissà se la Cina, dopo il virus partito dal mercato di Wuhan, metterà al bando definitivamente anche tutti i “mercati umidi”, dove si vendono animali vivi che vengono macellati sul posto
Mettere al bando in tutto il mondo i cosiddetti “mercati umidi”. Lo ha chiesto il responsabile per la Biodiversità delle Nazioni Unite, Elizabeth Maruma Mrema. "Se non ci prendiamo cura della natura, sarà la natura a prendersi cura di noi", ha dichiarato Mrema. Nei mercati umidi si vendono animali vivi che vengono macellati sul posto. Sono luoghi tremendi, spesso angusti e sporchi, che vedono convivere insieme venditori, acquirenti e ogni tipo di animale, dai serpenti ai maiali, fino ai coccodrilli e i pipistrelli, specie da cui sarebbe partito il COVID-19. Questi mercati umidi, secondo il Daily Mail, sarebbero ancora in perfetto funzionamento e affollato di compratori nella città di Guilin. Una circostanza quest’ultima però difficile da verificare.
Animal Equality accoglie con grande favore le dichiarazioni della responsabile ad interim della convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità. L’associazione ha lanciato pochi giorni fa una campagna diretta alle Nazioni Unite per chiudere immediatamente i mercati di tutto il mondo: “Con la nostra petizione internazionale in otto paesi abbiamo raccolto più di 200.000 firme in quattro giorni, a dimostrazione dell’interesse crescente della popolazione per questo tema molto importante e pericoloso, se non affrontato. È provato che i wet market siano il terreno fertile in cui avviene lo spillover tra virus da animali selvatici a esseri umani, e se vogliamo evitare le prossime pandemie globali e inutili crudeltà estreme su animali selvatici e da allevamento è ora di agire subito. Non abbiamo più tempo, la natura parla chiaro. Bisogna chiudere per sempre in tutto il mondo questi mercati pericolosi per animali ed esseri umani e ci auguriamo che le Nazioni Unite indirizzino e aiutino i paesi interessati in questa fondamentale transizione per il bene di tutti”.
Intanto pochi giorni fa la città cinese di Shenzhen ha vietato il consumo alimentare di carne di cane e gatto. Il divieto entrerà in vigore dal prossimo primo maggio: “Cani, gatti e animali domestici hanno stabilito una relazione molto più stretta con gli umani più di qualsiasi altro animale e vietare il consumo di cani, gatti e altri animali domestici è una prassi comune nelle nazioni sviluppate e a Hong Kong e a Taiwan. Questo divieto risponde all'appello e allo spirito della civiltà umana", recita l’ordinanza voluta dalla metropoli alle porte proprio di Hong Kong. La decisione arriva dopo il blocco al consumo di carne di animali selvatici con la pandemia di coronavirus.
Nel video che pubblichiamo sopra, girato da investigatori dell'associazione, si vedono cervi, procioni, coccodrilli e cani che vivono in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili, ingabbiati e sottoposti a fame, sete e malattie. È in questi mercati non regolamentati che hanno avuto origine malattie come la SARS e dove gli scienziati ritengono che la COVID-19 abbia avuto inizio. «Se prendi gli animali selvatici e li metti in un mercato con animali domestici o altri animali, dove c'è la possibilità per un virus di fare il salto di specie, stai creando una super autostrada per i virus per passare dall’animale selvatico all'uomo. Non possiamo più tollerarlo. Voglio che i wet market siano chiusi per sempre», ha detto Ian Lipkin, esperto di malattie infettive. E secondo il Centers for Disease Control and Prevention «gli scienziati stimano che più di 6 su 10 malattie infettive conosciute dagli esseri umani sono state diffuse dal contatto con gli animali, e 3 su 4 delle nuove o emergenti malattie infettive provengono dagli animali».
Noi de Le Iene abbiamo da sempre sostenuto la campagna mondiale per mettere al bando il consumo di carne di cani e gatti, usanza tradizionale di alcuni paesi dell’Asia. Lo abbiamo fatto anche sostenendo le battaglie e le “missioni” dell’attivista Davide Acito. Lo avevamo conosciuto qualche tempo fa in un servizio, di Giulia Innocenzi e Francesca Di Stefano, sul terribile festival di Yulin, in Cina. Un festival durante il quale per strada viene venduta e comprata la carne di cane. Quello che abbiamo visto a Yulin in quei giorni è drammatico: cani uccisi davanti agli altri cani, macellati per strada e zero rispetto delle più basilari norme igieniche.
Acito grazie alle sue lotte è riuscito a salvare centinaia di cani e a ottenere delle risposte dalle istituzioni, e non ha intenzione di fermarsi. Uno di questi cani salvati dalla Cina, una dolcissima rottweiler di nome Deye, sta ancora aspettando di essere adottata! Potete rivedere la sua storia cliccando qui.