Il Covid non ferma la droga, sequestri triplicati nei boschi dello spaccio di Milano | VIDEO
Sono triplicati i sequestri di droga nel 2020 tra Milano e l’hinterland. È quanto emerge dal report della Direzione centrale per i servizi antidroga. Noi de Le Iene nelle settimane del primo lockdown siamo entrati nei boschetti dello spaccio tra disperazione, prostituzione e dosi per pochi euro
Triplica la droga sequestrata nel 2020 tra Milano e l’hinterland. Dai numeri della Direzione centrale per i servizi antidroga emerge come il primo lockdown non abbia fermato l’arrivo di stupefacenti in Italia e di conseguenza il loro spaccio. Ma di questo ce ne eravamo accorti proprio nelle settimane più buie della pandemia quando avevamo fatto un giro nelle principali zone di spaccio lombarde, come potete vedere nel servizio qui sopra.
Secondo il report 2020 tra Milano e l’hinterland sono stati sequestrati 100,16 chili di eroina, quasi il triplo rispetto ai 38,39 dell’anno precedente. Da questi numeri emerge che un quinto dell’eroina presente in Italia sia stato intercettato a Milano e dintorni ovvero il 19.55% su 512 chili sequestrati a livello nazionale.
Solo a Milano e provincia sono state sequestrati 2,467 tonnellate di sostanze stupefacenti con un incremento del 18.01% rispetto alle 2,09 del 2019. Una percentuale che sale al 38.08% se prendiamo in considerazione i dati lombardi: 5,7 tonnellate di cui 2,4 di hashish e 2,2 di marijuana. Invece rimangono stabili i numeri delle persone denunciate: 2.643 indagati per droga di cui 1.742 arrestati.
"La pandemia sembrerebbe non aver inciso sulla produzione di eroina così come sul suo traffico che continua lungo le principali rotte”, commentano gli specialisti della Dcsa. "Nonostante le difficoltà incontrate durante la pandemia, le organizzazioni criminali sono riuscite a trasportare i carichi illeciti sia lungo la rotta balcanica, sia lungo la rotta settentrionale e quella del Caucaso".
Questa tendenza l’avevamo notata durante i nostri sopralluoghi nelle principali piazze di spaccio tra Milano, Monza e la provincia. "Qui siamo tutti tossici, il virus ci vede e scappa", diceva una ragazza di 24 anni. Durante il primo lockdown siamo entrati nel boschetto della droga di Milano Rogoredo. Qui lo spaccio non si è mai fermato neppure durante la primavera del 2020: prostituzione, dosi per pochi euro e giovanissimi hanno continuato a esserci nonostante tutto il paese fosse fermo. Questa disperazione non è riuscita ad arrestarla neppure il coronavirus.