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Vaccini anti Covid in ritardo: in Italia l'immunità di gregge potrebbe arrivare nel 2022

Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha comunicato che - a causa dei ritardi delle case farmaceutiche - la somministrazione della prima dose per gli over 80 sarà in ritardo di 4 settimane, per gli altri tra le 6 e le 8 settimane: così mentre Israele potrebbe arrivare all’immunità di gregge ad aprile, l’Italia rischia di vederla solo nel 2022

L’immunità di gregge per il coronavirus arriverà in Italia solo nel 2022? Sembra una previsione catastrofica, ma purtroppo i ritardi nelle consegne dei vaccini attesi da Pfizer e AstraZeneca rischia seriamente di mandare all’aria il piano messo a punto dal nostro governo. E così, mentre la “prima della classe” Israele potrebbe raggiungere l’obiettivo già in primavera, l’Italia potrebbe trovarsi nella morsa del coronavirus ancora a lungo.

La Pfizer infatti ha tagliato nelle scorse settimane le dosi di vaccino destinate all’Italia, provocando un iniziale ritardo nel piano di immunizzazione. E adesso AstraZeneca, il cui vaccino non è ancora stato approvato dall’Ema, ha annunciato il taglio del 60% delle forniture previste nel primo trimestre. Insomma secondo i piani iniziali avremmo dovuto avere entro fine marzo 28 milioni di dosi di vaccino, sufficienti a inoculare 14 milioni di persone. A oggi se arriveremo a 15 milioni di dosi - quindi a 7,5 milioni di persone - saremo fortunati.

Cosa cambia quindi? Nella fase 1 della campagna avremmo dovuto vaccinare il personale sanitario, gli ospiti delle Rsa, gli over 80 e i pazienti con gravi patologie pregresse. Secondo il viceministro della Salute Sileri però la vaccinazione degli over 80 avverrà con 4 settimane di ritardo: se fosse confermato, si arriverà a così a fine aprile. 

Nella fase 2, inizialmente prevista da aprile a giugno, si sarebbero dovuti vaccinare gli over 60 e i malati con almeno una patologia pregressa: sempre secondo il viceministro Sileri in questo caso il ritardo sarà compreso tra le 6 e le 8 settimane. Nella peggiore delle ipotesi dunque si arriverebbe a fine agosto.

Nella fase 3, prevista inizialmente tra luglio e settembre, saranno vaccinati i lavoratori essenziali e il personale scolastico, i lavoratori nelle carceri e nei luoghi di comunità, i malati con patologie croniche non gravi. Ma considerati i ritardi, questa fase potrebbe non finire prima di novembre. E così la fase 4, quella dedicata al resto della popolazione con più di 16 anni, potrebbe concludersi nel 2022. Al netto, ovviamente, che non ci siano ulteriori ritardi, ed è difficile escluderlo allo stato attuale.

Per l’immunità di gregge contro il coronavirus, secondo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, è necessario che sia vaccinato o entrato in contatto con il Covid-19 almeno il 70% della popolazione. Una cifra che sarebbe possibile raggiungere solo con la fase 4 del piano vaccinale, e quindi il rischio oggi è che l’immunità sia rimandata tra fine anno e l’inizio del 2022. 

E mentre noi ci arrovelliamo per sapere quando potremo tornare a fare una vita normale, dall’altra parte del Mediterraneo c’è chi se la sta cavando molto meglio: in Israele il ministero della Salute ha annunciato che 5,2 milioni di persone saranno vaccinate entro il 20 marzo. Insomma circa il 62% degli 8,3 milioni di abitanti avranno ricevuto il vaccino, un risultato molto vicino al 70% necessario per l’immunità di gregge. Se un simile ritmo sarà rispettato, Israele potrebbe raggiungere l’obiettivo entro aprile.

Abbiamo già approfondito in questo articolo le ragioni del successo di Israele nella corsa alla vaccinazione. Per l’Italia non ci resta che sperare che le aziende produttrici di vaccini recuperino il tempo perduto, così da non dover aspettare ancora un anno per tornare alla normalità.

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