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Il vaccino AstraZeneca solo per gli under 65? Il piano dell'Italia sarebbe da rifare

L’Agenzia europea del farmaco approverà a breve il vaccino di AstraZeneca, ma da più parti si ipotizza che il via libera possa arrivare solo per chi ha meno di 65 anni. Se accadesse davvero, l’Italia dovrebbe riscrivere il suo piano vaccinale. Intanto l’azienda e l’Unione europea vanno allo scontro sul taglio del 60% delle dosi

L’Agenzia europea del farmaco dovrebbe approvare entro la fine della settimana il vaccino di AstraZeneca contro il coronavirus. Un vaccino su cui l’Italia, almeno nelle scorse settimane, faceva fortissimo affidamento: entro i primi 6 mesi dell’anno avremmo dovuto riceverne 40 milioni di dosi, sufficienti a immunizzare 20 milioni di persone.

I problemi però si stanno accumulando in queste settimane: prima AstraZeneca ha annunciato un taglio del 60% delle forniture di vaccino nel primo trimestre. Una decisione che ha generato un durissimo scontro con l’Unione europea, che in queste ore ha chiesto di desecretare il contratto d’acquisto dei vaccini. Al centro di questa guerra c’è proprio la fornitura delle dosi: per l’azienda l’unico vincolo contrattuale sarebbe quello di fare del proprio meglio per fornire quanti più vaccini possibili, per l’Ue invece sarebbero obbligati a mantenere la fornitura pattuita.

Il problema però è anche un altro: non sappiamo ancora se il vaccino di AstraZeneca sarà approvato dall’Ema per chi ha più di 65 anni. Secondo i dati pubblicati su Lancet, il prodotto avrebbe un’efficacia del 70,4% nel prevenire sintomi medio/gravi nelle persone con meno di 55 anni. Il trial però non avrebbe raccolto sufficienti dati sulle persone anziane, mettendo così in dubbio che il vaccino possa essere approvato anche per loro.

Nei giorni scorsi sui media tedeschi era rimbalzata la notizia che per gli over 65 il vaccino avrebbe avuto un’efficacia dell’8%. Versione però smentita seccamente dall’azienda, che ha invece sostenuto l’efficacia del suo prodotto anche nella popolazione anziana. Quella, per intenderci, che più urgentemente ha bisogno di essere protetta dal coronavirus.

I dubbi sull’approvazione del vaccino di AstraZeneca per gli anziani sono stati in qualche modo confermati anche dalla direttrice dell’Ema, Emer Cooke: “Gli studi compiuti sono stati fatti confluire nei dossier finora messi insieme e hanno una quantità molto ridotta di soggetti in età avanzata, quindi anziani”. Tradotto, non abbiamo certezze su quanto possa funzionare questo vaccino per chi ne ha più bisogno. “E’ possibile concludere un'autorizzazione che si concentrerà per esempio soltanto su un determinato gruppo di età”, ha aggiunto Emer Cooke.

Ma cosa cambierebbe se il vaccino di AstraZeneca non fosse disponibile per gli anziani? Per l’Italia significherebbe dover rifare il piano vaccinale. Il nostro paese infatti dovrebbe ricevere 40 delle 400 milioni di dosi opzionate dall’Unione Europea, di cui 16 entro il 31 marzo. Sappiamo già che quelle 16 però saranno solamente 6,4 a causa del taglio del 60% delle forniture previste. Una situazione che ci ha già portato a dover rinviare l’immunizzazione degli over 80 e delle altre categorie.

Se però il vaccino fosse disponibile solamente per gli under 65, l’Italia sarebbe costretta a sdoppiare le fasi di immunizzazione: non sarebbe più possibile vaccinare prima gli anziani e i soggetti a grave rischio, e poi tutti gli altri. Bisognerebbe invece usare i prodotti di Pfizer e Moderna per gli over 65 e quello di AstraZeneca - per esempio - per immunizzare i lavoratori dei settori considerati strategici, gli insegnanti e altre categorie da individuare. Insomma il programma in 4 fasi andrebbe completamente riscritto.

Il risultato, in concreto, sarebbe un ulteriore rinvio della messa in sicurezza della popolazione più fragile verso il coronavirus. Gli ospedali così sarebbero ancora pieni di pazienti anziani in condizioni gravi, la mortalità del virus resterebbe alta per più tempo e il ritorno alla normalità si allontanerebbe ancora di più.

Per aver un quadro più chiaro bisognerà però aspettare la decisione finale dell’Ema, che come abbiamo detto è attesa in questi giorni. Nella peggiore delle ipotesi, dovremo riscrivere il piano vaccinale senza un governo in carica. Nella migliore delle ipotesi si confermerà il rinvio dell’immunizzazione della popolazione. La luce in fondo al tunnel, insomma, non è così vicina come speravamo.

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